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Il grande affare dei traghetti dello stretto di Messina. Scatta inchiesta sul prezzo dei biglietti
03 Lug 2013 09:08

Per attraversare il Ponte di Messina, sembra ancora tutto fermo a 11 anni fa. Almeno sul fronte della concorrenza dei trasportatori.

L’Antitrust ha, infatti, aperto un’istruttoria per verificare “una possibile intesa restrittiva della concorrenza nelle tratte dello stretto di Messina”, dopo aver rilevato un vero e proprio boom dei prezzi richiesti: nell’ultimo triennio si è verificato “un aumento delle tariffe del trasporto passeggeri fino al 150%”, scrive infatti l’Autorità garante della concorrenza.

La stessa che nel maggio del 2002 aveva sanzionato per 2 milioni di euro Tourist, Caronte e Navigazione Generale Italiana proprio per comportamenti anticoncorrenziali: la differenza rispetto ad oggi è che allora, per impedire l’ingresso sul mercato del concorrente Diano, gli operator praticarono “prezzi predatori, artificialmente bassi e insufficienti a coprire i costi, con l’esclusivo fine di ostacolare l’attività del nuovo operatore”.

Questa volta il procedimento è aperto nei confronti di Caronte & Tourist, Rete Ferroviaria Italiana, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto, “che potrebbero avere concertato i prezzi e ripartito il mercato”. Dietro, avverte l’Antitrust, ci sarebbe però nuovamente la volontà di escludere ogni potenziale concorrente.

Secondo l’Autorità, infatti, “la presunta intesa avrebbe lo scopo di eliminare qualsiasi confronto competitivo, anche potenziale, tra gli operatori”, e “un ruolo determinante sarebbe attribuibile ai due operatori storici, Caronte&Tourist e RFI, che avrebbero raggiunto nuovi ‘equilibri’ in grado di soddisfare le esigenze di entrambi e di bloccare attuali ed eventuali nuovi concorrenti minori”.


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