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Il procuratore Cafiero De Raho: “Raccontate la verità sulla Calabria”
10 Set 2013 09:33

La Calabria ha bisogno di essere raccontata per come sono le cose. C’è tanta necessità che l’Italia sappia che la Calabria ne fa parte e viceversa”. A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, nella fotopartecipando alla presentazione di ”Nessun Dorma” web radio fondata dall’Osservatorio antindrangheta di Reggio diretto da Claudio La Camera.

”In questi primi mesi di lavoro – ha aggiunto – ho sentito tanta gente qui a Reggio che vorrebbero una città diversa. Molti dei loro figli studiano fuori e non hanno più intenzione di tornarci. Le ragioni sono molteplici, ma la ‘ndrangheta è la peggiore componente, come quella parte della borghesia che continua a fare affari con la ndrangheta, come i professionisti ‘a disposizione’. Essi sono i peggiori nemici di Reggio. Ecco perché è necessario un contributo forte e chiaro di rispetto della legge e del prossimo affinché l’illegalità sia bandita da questi territori. Per questo è necessario che l’informazione non sia piegata al volere di pochi ma racconti tutto ciò che avviene”.

”È una iniziativa – ha detto La Camera parlando della web radio – per costruire modelli alternativi di comportamento, un sistema di fare informazione non oppositivo ma capace di colpire gli stereotipi culturali di cui la ndrangheta si avvantaggia e riaffezionare i giovani per le questioni sociali”. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Giovanni Impastato, fratello di Peppino, e Danilo Sulcis che hanno ricordato il sacrificio del giovane cronista di Cinisi, ”che aveva compreso con grande anticipo quanto l’informazione fosse determinante per raggiungere la verità”.

”L’esperienza di Impastato – ha detto il questore Guido Longo – riflette un momento storico del nostro Paese. Di mafia non si parlava, i più non ne parlavano poiché, purtroppo, esistevano livelli sociali ed istituzionali arretrati. Ci chiedevamo in tanti come fosse possibile che dinanzi agli omicidi di magistrati, politici e componenti delle forze dell’ordine in Sicilia non si contrapponesse una reazione indignata nel resto del Paese. Le ragioni purtroppo emersero col tempo. Ancora però non è finita, siamo in mezzo al guado e fare antimafia in modo serio comporta grandi rischi personali. Non si vince con il solo contrasto militare, ma con una politica seria, pulita e una informazione trasparente”.

Per il procuratore aggiunto, Ottavio Sferlazza ”le operazioni di polizia contro la ‘ndrangheta non saranno mai abbastanza se non accompagnate da una crescita culturale e civile. Una radio serve tantissimo ad aggregare, a far conoscere i particolari di storie emblematiche come quella di Maria Concetta Cacciola. In Calabria, però, l’informazione appare ancora intossicata da incomprensibili strategie che ne limitano l’efficacia”.


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