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La Sicilia sana che dice no al racket spaventa le mafie. Ecco la relazione della Dia
07 Ago 2014 08:16

Da parte della criminalità organizzata sono stati ravvisati “Profili di rischio elevati” e “un innalzamento del livello di sfida attraverso ripetuti atti intimidatori nei confronti di esponenti della magistratura siciliana e delle istituzioni locali, nonché di rappresentanti di organizzazioni pubbliche e private impegnati, a vario titolo, nella lotta antimafia”.

Lo ha sottolineato la Direzione investigativa antimafia nella sua relazione al Parlamento, dalla quale emerge anche “una crescente insofferenza – si legge – nei riguardi dell’impegno legalitario di cui sono protagonisti settori della società civile e segnatamente la locale Confindustria“. Un allarme che riguarda in particolare la provincia di Caltanissetta dove è impegnato in prima linea il presidente di Confindustria Sicilia con delega nazionale per la Legalità, Antonello Montante, che da tempo ha avviato numerose iniziative e protocolli di legalità a tutela delle imprese antiracket.

La relazione della Dia rivela anche un cambiamento di strategia da parte di Cosa Nostra rispetto a quella di “inabissamento finora adottata” che impone particolare attenzione – scrive ancora la Dia – per anticipare “eventuali cambi di postura da parte di sodalizi mafiosi“. Segno anche che le iniziative intraprese tra istituzioni e associazionismo antiracket stanno “stimolando un circuito virtuoso di interventi” nello sradicamento della mentalità mafiosa.


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