';

L’anatema del consigliere comunale: “Dio ci castigherà per il Palermo Pride”
15 Giu 2013 15:29

Ogni qual volta arriva il momento del “Gay Pride” la società si spacca in due: chi vede la manifestazione come una “carnevalata” che oltraggia la “famiglia naturale” e chi come un modo forte per porre all’attenzione dell’opinione pubblica il rispetto di ogni orientamento sessuale e la condanna dell’omofobia. 

Figuriamoci a Palermo, una delle città simbolo del Mezzogiorno d’Italia e del Mediterraneo, dove ieri ha avuto inizio il “Pride Nazionale”. Ed uno che ha fatto parlare molto di sé è stato il consigliere comunale Angelo Figuccia, capogruppo del Movimento per le Autonomie, autore di comunicati stampa con cui ha attaccato duramente il sindaco Leoluca Orlando, la sua Giunta e l’approvazione dell’istituzione del registro delle unioni civili.

Per cominciare, Figuccia ha affermato che “mentre il Papa denuncia la presenza delle lobby gay in Vaticano che impediscono l’opera di rinnovamento del Pontefice, il Comune di Palermo finanzia una manifestazione come il Gay Pride“.

Aggiungendo che “in un momento di profonda crisi economica come quella attuale, l’amministrazione comunale – che ha tagliato fondi per gli aiuti sociali ad anziani, indigenti, famiglie numerose, disoccupati, disabili, che ha ridotto ai minimi termini il contributo per l’affitto, che non finanzia più il banco alimentare e la carta acquisti – si espone ad un grosso impegno finanziario da migliaia di euro per manifestazioni come il Gay Pride. Tutto questo induce a ritenere che, con ogni probabilità, a Palazzo delle Aquile potrebbe esistere una lobby gay della quale il sindaco, paradossalmente, potrebbe essere vittima. Parafrasando un celebre motto andreottiano, a pensar male si fa peccano, ma spesso ci si azzecca“.

Parole che, comunque, sono “poca cosa” rispetto all’anatema pronunciato in Consiglio Comunale, durante l’approvazione del citato registro delle unioni civili: “Dio ci castigherà“. 

Per di più, in un’intervista rilasciata al quotidiano online LiveSicilia, Figuccia ha posto l’esempio dell’Arca di Noé per rafforzare il suo sdegno nei confronti di coppie che non siano quelle composte da uomo e donna: “Nell’arca di Noè Dio non mise solo uomini e solo cani maschi o solo capre femmine, ma mise un cavallo e una cavalla, un cane e una cagna. Che vuol dire? Che Dio ci ha fatti per essere in un certo modo e questa promiscuità così laica ci porta solo alla degenerazione e alla depravazione e io non lo voglio“.

Per il consigliere del Mpa, infine, la decisione di finanziare il Palermo Pride è un’offesa alla povera gente: “quella che mi incontra e mi chiede aiuto, a cui regalo latte e biscotti per i bambini e che mi chiede perché il Comune regali 10mila euro al Gay Pride“.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento