';

Togliete le bombe dai fondali del porto di Molfetta
30 Lug 2014 07:18

La Marina Militare riprenderà nei prossimi giorni lo sminamento delle acque antistante il porto di Molfetta interrotto lo scorso aprile dopo che la Regione Puglia, per i limiti imposti dal patto di Stabilità, aveva bloccato il versamento dei fondi previsti per gli interventi.

E’ l’esito di una riunione con rappresentanti degli enti interessati, convocata dal prefetto di Bari, Antonio Nunziante, su sollecitazione della procura di Trani che ha da tempo messo sotto sequestro l’area interessata alle bonifiche (che è quindi affidata ad un custode giudiziario) nell’ambito di una inchiesta sulla costruzione del nuovo porto di Molfetta.

A quanto si è appreso a conclusione della riunione cui ha partecipato il procuratore, Carlo Maria Capristo, la procura tranese ha anche aperto un fascicolo e avviato accertamenti preliminari sulla interruzione dei lavori di sminamento. I lavori, iniziati nel 2008 con fondi messi a disposizione dallo Stato per 3,5 milioni di euro e trasferiti alla Regione, si sono interrotti nell’aprile scorso perché la Regione, per il patto di stabilità, aveva sospeso i pagamenti (circa 900.000 euro).

Abbiamo sollecitato la Marina Militare preposta allo sminamento del porto a riprendere immediatamente i lavori – ha spiegato il prefetto – perché si era venuta a creare una situazione di insicurezza nelle acque antistanti il porto“. Il procuratore di Trani ha sottolineato le “ragioni di sicurezza che riguardano tutto il porto di Molfetta, l’area portuale e tutte le persone che abitano nella zona, perché uno sminamento interrotto significa rischiare che qualche mina inesplosa, possa poi fare quello che non è mai accaduto fino ad oggi“. “Poiché non possiamo consentirlo, su sollecitazione del mio ufficio – ha detto Capristo – il prefetto si è attivato per sollecitare la Marina a riprendere i lavori di sminamento”.

Da parte sua, la Regione si è impegnata a sbloccare i fondi necessari entro poche settimane. Non è possibile quantificare quante siano ancora le mine inesplose sui fondali della zona, ma secondo alcune stime, sarebbero migliaia. Nell’inchiesta sulla costruzione del nuovo porto sono indagate 62 persone, tra cui l’ex sindaco Antonio Azzollini. La procura ipotizza una maxitruffa da circa 150 milioni.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento