Il cortile del Palazzo della Cultura di Catania, ieri sera, si è trasformato in un palcoscenico sospeso tra memoria e futuro. L’occasione è stata il concerto “Bellini: un sogno fatto in Sicilia. Fantasie sulle arie d’opera”, evento della quinta edizione del Bellini International Context. Una serata intensa, vibrante, che ha visto protagonisti l’Ensemble del Conservatorio “Alessandro Scarlatti” di Palermo, diretto da Fabio Correnti, e sette giovani compositori chiamati a confrontarsi con le melodie immortali del Cigno etneo.
Il pubblico, numeroso e attento, ha seguito con emozione questo viaggio attraverso l’universo belliniano: dalla giovanile “La straniera” fino a “I Puritani”. Ogni fantasia, commissionata appositamente a studenti degli ultimi anni del Conservatorio, ha restituito un’immagine diversa della scrittura di Bellini: talvolta lirica e rarefatta, talvolta teatrale e drammatica, sempre immersa in un linguaggio che dialoga con il presente senza tradire le radici.
Rileggere Bellini oggi: nuove voci, nuove visioni
Fabio Correnti, docente di Composizione e anima del progetto, ha spiegato: “Insieme ai miei quattro colleghi Marco Betta, Giovanni D’Aquila, Loris Capister – che, tra l’altro, è l’autore dell’ultimo brano – e Salvatore Bellassai, abbiamo deciso di dare spazio anche ai giovani compositori che abbiamo formato e che stiamo formando. Alcuni di loro sono proprio all’ultimo anno del biennio di Composizione. Li abbiamo lasciati liberi di scegliere e reinterpretare, in chiave contemporanea, una delle sei opere di Bellini che abbiamo selezionato: “La straniera”, “Norma”, “I Puritani” e altre. Ciascuno ha lavorato con frammenti, citazioni più o meno esplicite delle arie belliniane, offrendo una rilettura personale e moderna”.
La scaletta ha proposto sette nuove composizioni: ha aperto Fabio D’Alberti con una Fantasia su “La straniera”, seguita dalla rivisitazione di “I Capuleti” e “i Montecchi” firmata da Oxenne Villafranca e dalla delicata rielaborazione di “La sonnambula” ad opera di “Vincenzo Farinella”. Poi è stata la volta di “Norma” nella versione di Cristiano Valenti, quindi “Beatrice di Tenda” nella lettura di Lorenzo Bottoglia e “I Puritani” rielaborati da Marco Zàppia. Gran finale con il brano di Loris Capister, significativamente intitolato “Il Cigno” ovvero “Rimembranze Belliniane”.

“Credo che sia una bella iniziativa tutta siciliana – ha aggiunto Correnti – perché i compositori coinvolti provengono da diverse città dell’Isola: non solo Palermo, ma anche Messina, Sant’Agata, Noto. Molti ci seguono da tempo e, con questa occasione, diamo loro anche la possibilità di mettersi in mostra, di andare in vetrina. L’ensemble è formato in parte da docenti – soprattutto i fiati – e in parte da studenti molto talentuosi: un organico quindi misto, ma interamente espressione del Conservatorio di Palermo. Quanto al programma, c’è una particolarità: l’ultimo brano, Cigno – Rimembranze, firmato da Loris Capister, è molto contemporaneo. In questo caso si tratta di frammenti belliniani rielaborati in chiave moderna, come se un Bellini rivissuto due secoli dopo parlasse nuovamente al presente”.
Fantasie moderne per un lirismo senza tempo
Le parafrasi e le fantasie, genere che nell’Ottocento aveva affascinato virtuosi come Liszt e Thalberg, ieri sera sono diventate non solo esercizi di bravura, ma veri e propri quadri evocativi. I giovani compositori hanno saputo unire il lirismo belliniano a nuove sonorità, costruendo un mosaico capace di esaltare l’universalità della sua musica e, allo stesso tempo, di proiettarla verso il futuro.
L’Ensemble del Conservatorio, guidato con precisione da Correnti, ha dato vita a un’esecuzione compatta e ricca di sfumature. Ogni fantasia è stata accolta da applausi convinti, con punte di entusiasmo per le versioni di “Norma” e “I Puritani”, che hanno risvegliato nell’animo degli spettatori il ricordo di melodie amate in tutto il mondo.
Prodotto dal Conservatorio “Alessandro Scarlatti” di Palermo con il sostegno della Regione Siciliana, il concerto ha dimostrato come il patrimonio belliniano sia ancora oggi una fonte inesauribile di ispirazione. La decisione di affidare a giovani talenti la rielaborazione delle arie più celebri del maestro catanese ha creato un ponte ideale tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione.

La serata si è chiusa con una lunga ovazione che ha sancito non solo il successo del progetto, ma anche la vitalità del Bellini International Context, capace di rinnovarsi di anno in anno con proposte sempre originali e di respiro internazionale.
Il viaggio sulle orme di Bellini continua questa sera, sempre al Palazzo della Cultura, con “Bellini in jazz & Classic in swing“, un nuovo appuntamento dedicato al jazz e allo swing: un’altra sfaccettatura della modernità del compositore catanese, capace di parlare al presente senza mai perdere la sua identità.
Per maggiori informazioni sui prossimi spettacoli è possibile consultare il programma e prenotare sul sito ufficiale del Bellini International Context o su Eventbrite.