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Contestare la moneta unica non vuol dire essere contro l’Europa
17 Apr 2014 07:51

Ritengo stupefacente uomini e donne di elevata intellettualità ritengano che denunciare le gravissime ricadute economiche, sociali e antidemocratiche, derivanti dall’adozione della moneta unica, sia un atto di “antieuropeismo”.

L’unione monetaria ha “unito” sotto il potere di organi (la BCE, la Commissione Europea) sottratti a qualunque vera forma di controllo democratico: essi non rispondono agli Elettori e la BCE non risponde proprio a nessuno; sotto l’egida di una gabbia di regole (Fiscal Compact) le quali sottraggono ai parlamenti nazionali qualunque possibilità di politica economica e sociale; sotto la cultura di una competizione mercantilistica tra Stati (ognuno teso a ridurre il “proprio” debito pubblico), disgregante il sentimento europeo e le relazioni sociali.

Unire la moneta NON significa unire i popoli. Al contrario, significa creare competizione: con vincitori e perdenti; rinunziare al proprio destino, affidandosi al paternalismo delle regole esterne (“Ci pensiamo noi, dall’alto, voi siete spreconi, da soli non ce la fate”), che ha dato ampia prova di produrre povertà.


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