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Nessuno attacchi il #Papa che difende i #migranti
20 Giu 2015 09:31

Non è obbligatorio essere cristiani. Così come non è obbligatorio essere conservatori, progressisti, comunisti, liberali, islamici, fascisti, buddisti e via discorrendo. Forse non è obbligatorio nemmeno essere coerenti: però è molto importante, per la nostra credibilità e, in definitiva, per la nostra vita. Chi predica un’idea non può continuamente rinnegarla con le proprie azioni e le proprie frasi.

Se Papa Francesco dice di pregare per il perdono di chi non accoglie i migranti non fa altro che ricordare un chiaro precetto del Vangelo (“ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me”, ovvero ospitato, accolto, vestito, sfamato, dissetato…).

Perché essere cristiani è seguire la parola di Cristo, non quella di Andreotti o di Maometto. Perché essere cristiani non è essere iscritti a CL, ai boy scout, all’Opus Dei o al Terzo ordine francescano. Non è abbandonarsi a veggenti, guaritori e ipotetici miracoli che poi spesso sono sicuri affari.

È invece cercare di credere e agire secondo gli insegnamenti del fondatore di questa religione. Di fronte alla tragedia epocale di masse di migranti che in tutto il mondo sono in preda alla disperazione e vanno altrove, così determinati da apparire quasi suicidi nella fuga, molti sono preda di istintivi sentimenti egoisti.

Invece di capire che un mondo del genere non funziona e porterà sempre squilibri e disastri maggiori, si preoccupa di altro: polemica politica, tutela dell’ordine pubblico, presunta salvaguardia del proprio portafoglio.

Comprensibilmente, entro certi limiti che non sconfinino nella disumanità. Però il loro non può dirsi un atteggiamento cristiano. Perché quella religione insegna altro. Per troppo tempo la Chiesa struttura è stata altro: scandali, corruzione, banche, privilegi.

Tanto da oscurare meriti di altre sue opere davvero utili e umanitarie. Ora queste parole evangelicamente logiche del Papa, fanno scalpore. Perché non eravamo più abituati a credere negli uomini di Chiesa e perché troppi sedicenti cristiani sono nell’animo altro. Io, dopo tante amarezze, non so più se sentirmi parte di una religione, intesa come organizzazione. So che mi piace interrogarmi e rispondere a domande con altre domande. Senza limiti.

Però trovo triste che il cristianesimo sia così mal ridotto che i suoi seguaci apprezzino le parole del Papa meno dei non seguaci. Poi so bene che la questione dei migranti deve trovare risposte politiche e organizzative concrete, non solo ideali. Essere velleitari e falsamente solidali non serve che a peggiorare le cose.

I cristiani comunque siano consapevoli di che cosa dice il cristianesimo, e se non sono d’accordo si dissocino dal proprio libro e non attacchino il Papa quando fa davvero il vicario di Cristo. Una cosa però appare certa. Se assistiamo a questi esodi epocali nel Mediterraneo, in Centro America, in Europa orientale, in Asia vuol dire che questo mondo non funziona. O meglio funziona benissimo per troppo pochi.


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