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Renzi a Bari ha dimenticato il Sud. E non ditemi che era emozionato
22 Ott 2013 08:12

Venire a Bari senza parlare di Sud è come una omelia del papa che non parlasse di Gesù. Ma Renzi sabato scorso lo ha fatto. E però non meraviglia tanto lui, che difatti non ci ha mandato a dire né di aver avuto un momento di amnesia né una cecità temporanea. Meraviglia chi, come dicono i terroni, ha tentato di metterci una pezza a colore.

Anzitutto il sindaco Emiliano, secondo il quale il candidato alla segreteria del Pd ha ignorato la parola Sud perché tradito dall’emozione. Non può succedere anche a un giovanotto pur così spigliato? Non ha approfondito e ha sbagliato, ha commentato invece Umberto Ranieri, che nel Pd è presidente del Forum Mezzogiorno.

Forse Renzi si deve applicare di più. Eppure non si comincia un giro promozionale da Bari per niente. Magari perché la Puglia è regione in cui il centrosinistra ha molto zoppicato nelle ultime elezioni e ci si può lavorare. Ma c’è chi non crede alla befana, chi ricorda l’unità d’Italia e proprio la terra dalla quale l’attuale sindaco di Firenze proviene. Perché di ispirazione tosco-piemontese furono definite le politiche economiche del Risorgimento tradito, quelle che danneggiarono il Sud. Toscana centro degli interessi bancari e finanziari del tempo. Chissà se in Renzi può aver influito tutto questo, forse non ha neanche l’età per aver, appunto, approfondito. L’indomani abbiamo solo appreso che ha corso una marcialonga di 15 chilometri in un’ora e dieci: buono per un amatore. Molto più probabile che di Sud non abbia parlato perché il Sud non è argomento che sfondi. Insomma, tanto il Sud non interessa a nessuno che ci si può venire e non parlarne. Nel silenzio generale se qualche molesto giornale non se ne fosse accorto. Il Sud, semplicemente, non c’è.

Ma è un alibi prendersela con l’uomo che un giorno potrebbe guidare l’Italia. Con un po’ di onestà, il Sud deve prendersela con se stesso. Deve chiedersi perché non riesce a fare notizia neanche in casa sua, così, per cortesia. Chiedersi perché solo qualcuno più smagato continua a riconoscerlo come primo rimorso del Paese. E qualcun altro solo per ipocrisia lo vede quale in effetti è, potenziale futuro di tutto il Paese viste le sue splendide risorse ecc. ecc.

Anche in questo, il Sud deve smettere di dare la colpa sempre agli altri. Deve smettere di tranquillizzarsi e di non fare mai un passo in avanti. Quand’anche li volesse fare, sia chiaro. Perché il sospetto è che il Sud arretrato convenga a molti, non esclusa una parte di Sud.

Il Sud cui conviene restare arretrato, è quello di politici che, invece di tentare di risolvere i problemi, preferiscono aspettarsi una mano dallo Stato (ormai scarsina, per la verità) per fare i grandi elemosinieri in cambio di voti. Sono quelli che non si battono per una strada o un treno. Sono quelli che utilizzano i fondi europei per le feste patronali. Sono quelli che costringono alla raccomandazione per ottenere un lavoro invece di lottare per condizioni che il lavoro lo favoriscano. Sono quelli più ligi alla legge di partiti a trazione nordista che alla giustizia verso il loro territorio sfavorito. Sono quelli volutamente ignari che, dopo essere stato serbatoio di braccia a basso costo (l’emigrazione), il Sud non può continuare a essere serbatoio elettorale a costo zero. Sono quelli che, invece di rifare le fogne, finanziano un festival perché dà più visibilità. Sono quelli che continuano a tenere il loro Sud in ostaggio per uso personale. Sono quelli per i quali un aiutino dalla malavita non puzza.

Il Sud cui conviene restare così com’è è quello che ci vivacchia sopra, fra un posto di infermiere o di bidello (anch’essi ormai scarsini, per la verità) e una associazione per il suo sviluppo. E’ quello di imprenditori più assidui nei corridoi degli assessorati che nelle loro aziende. E’ quello di chi vuol convincersi e convincere che, non potendo mai cambiare niente, tanto vale non far nulla per cambiare.

Ma il Sud così com’è conviene anche a un Centro-Nord per il quale è ancora, e nonostante tutte le globalizzazioni, il principale mercato. Conviene al Nord che dice di assisterlo ma ne è assistito, vedi gli utili fatti dalle banche al Sud e dirottati al Nord dalle fondazioni. Conviene al Nord che si fa l’alta velocità ferroviaria anche con i biglietti pagati dai viaggiatori del Sud e con le tasse pagate al Sud. Conviene al Nord che viene a prendersi gli incentivi industriali e poi se ne va alla prima occasione. Conviene al Nord che ci fa i soldi producendo acciaio e distruggendo il territorio. Conviene al Nord che lo avvelena di rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi campana. Conviene al Nord che vorrebbe sparare sugli immigrati in mare e poi se li prende in nero per le sue imprese. Conviene alla peggiore Italia in combutta col peggior Sud.

Il bello è che, in questo ambientino, c’era chi si aspettava da quell’anima candida di Renzi che venisse a Bari e parlasse di Sud.


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