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Castellammare una scuola intitolata a Méliès coltiva il sogno di giovani cineasti
14 Lug 2016 08:35

Luca Zingone è uno dei fondatori della Scuola di Cinema Méliès, «un centro di sperimentazione cinematografica in cui si fanno tre attività principali: formazione produzione e promozione dell’arte cinematografica». La scuola nasce a Castellammare di Stabia (NA) qualche anno fa grazie al No Crime Film festival. La manifestazione ha permesso ai ragazzi di costruirsi una rete di professionisti, aziende e associazioni che li ha spinti a creare qualcosa di più stabile. La svolta arriva a dicembre 2015 quando vincono il bando founder35 di Fondazione Cariplo. «Il contributo a fondo perduto ci ha permesso di acquistare le attrezzature necessarie per ampliare l’aspetto della formazione fornendo corsi su animazione 2D, 3D ed effetti speciali. Inoltre – continua Luca – abbiamo avviato un settore di produzione sociale attraverso il quale viene permesso a giovani cineasti selezionati di utilizzare gratuitamente le attrezzature per creare il proprio film». Attraverso questa modalità sono stati già prodotti 10 cortometraggi. Ma la scuola cinema Méliès non è solo accademia o cinema: è stata infatti da poco inaugurata una escape room, gioco di origine anglosassone secondo il quale i partecipanti si ritrovano in una stanza e devono provare a uscire in base agli indizi che trovano all’interno di essa. Per provare dal vivo anche questo tipo di emozione basterà passare da Via Tavernola 5 (angolo Piazza Spartaco), Castellammare di Stabia (NA), dove la scuola ha la sua sede. Se ancora non siete convinti e volete saperne di più c’è il sito web scuolacinemamelies.it.

L’educazione al centro del programma di ItaliaCamp

Ritroviamo il presidente di ItaliaCamp Antonio De Napoli (dopo averlo sentito in occasione del lancio di SIC) perché il 2 e il 3 luglio si è svolta la sesta assemblea nazionale dell’associazione da lui guidata. Il tema di questo appuntamento era Educazione al Domani: durante la prima giornata «abbiamo raccontato come intendiamo sviluppare il tema dell’educazione nei prossimi due anni: – dice Antonio ai microfoni di Start Me Up – vorremmo declinare il concetto di educazione come give-back, una restituzione di tutto il sapere che abbiamo ricevuto attraverso la nostra esperienza progettuale da riportare sotto forma di racconto nelle scuole. In questo modo vogliamo costruire nei ragazzi una coscienza civica sempre più radicata». Un aspetto venuto fuori dall’assemblea è il carattere collaborativo di ItaliaCamp: «Crediamo fortemente nel concetto di rete – continua Antonio – perché non c’è un interesse associativo più grande se non un impatto sociale reale, possibile solo grazie alla collaborazione con enti e associazioni che quel territorio lo vivono da vicino». E le collaborazioni con ItaliaCamp sono tante, molte con grossi Enti e Società nazionali e internazionali. Antonio assicura che continuerà la collaborazione con l’Agenzia Nazionale Giovani per il progetto Social Innovation Citizen, così come Think for Women’s Health continuerà a essere portato avanti insieme al Komen Italia. E lo stesso avverrà per Future Recoded programma sul coding dedicato ai ragazzi delle scuole, promosso insieme a Fondazione Cariplo e Microsoft Italia. Per saperne di più c’è il sito di ItaliaCamp, che manco a dirlo è ansiosa di poter contribuire al cambiamento di questo paese: quanti fossero interessati possono contattare il presidente De Napoli al suo indirizzo mail.

«A scuola impariamo anche a fare impresa»

La sesta assemblea di ItaliaCamp si è svolta all’interno del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci: un luogo più che appropriato, visto il tema. Anche per questo motivo non poteva mancare l’intervento di qualcuno che arrivasse da questo istituto. E così i secondo ospiti di questo podcast sono la professoressa Mariacristina Pompeo e uno dei suoi studenti, Luigi Barilone. La classe III B, di cui Luigi fa parte, sta portando avanti il progetto alternanza scuola lavoro nella modalità impresa formativa simulata: questa modalità prevede l’inserimento del progetto nel network Confao e la presenza di un’azienda (definita madrina) che possa guidare gli studenti. Nel caso di Luigi e dei suoi compagni, l’azienda è l’Aurum-fabbrica delle idee, al momento gestita dal Comune di Pescara. «Per noi è un’occasione per crescere e per darci maggiore responsabilità – dice Luigi – un modo per entrare in contatto con il mondo del lavoro, cosa che non capita spesso a scuola». Luigi si è occupato della parte web del progetto: lo racconta fiero e con molta umiltà elogia anche il lavoro dei suoi compagni di classe. «Il percorso però non finisce qui – precisa la professoressa – perché l’alternanza scuola lavoro deve comprendere tutto il triennio. Quest’anno i ragazzi hanno definito al meglio la business idea, raccogliendo materiali e informazioni: il prossimo anno si metterà giù un business model e i ragazzi ricopriranno ognuno una mansione specifica, come in una vera azienda». Il progetto è quindi in progress, se avete voglia di seguirlo e saperne più potete visitare asldavinci.wordpress.com.


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