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C’erano una volta le Chat solo testo. E ci innamoravamo dei fantasmi…
19 Ott 2013 08:19

Vi ricordate delle prime chat di Internet, per la precisione, dei canali Irc? Forse no, se siete nati negli anni novanta.
In piazza già non si andava più, sezioni di partito e quartieri e bar erano stati definitivamente consegnati agli storici e agli scienziati sociali. Avanzavano di gran carriera i centri commerciali, ed erano strane bestie, forse, queste aree di chiacchiera varia digitale solo testo, a pochissimi bit. Tanto da far rimpiangere per certi versi la vecchia cara e-mail, tutto sommato erede in linea d’aria della tradizione epistolare, della scrittura pratica o sentimentalmente mossa, del cimento narrativo alla buona di massa.
Farmaci dalle regolari controindicazioni, erano queste chat: si rischiava facilmente la dipendenza, o un impercettibile regressione. E spesso ci innamoravamo di fantasmi.
Prima dei social network, prima di Messenger, Skype, ChatRoulette, Meetic, Badoo e via trashando, fino a poco meno di dieci anni fa, c’erano i canali Irc. Stavamo tutti connessi lì.
La generazione tra i 20 e i 40 anni, all’epoca dopo i quaranta non si versava ancora in piena adolescenza, vi accedeva innumerevoli volte al giorno, erano le chat Irc le cartine di tornasole del nuovo modo di cercare di fare amicizia e l’amore. Persone che nella vita reale non avrebbero avuto granché da dire e da offrire, qui si ricostruivano un’arte e una parte, autocratici, carismatici Déi. Praticamente come succede oggi su Facebook e Twitter.
Nei canali chat Irc, alquanto spogli e basici, non potevano essere caricate e scambiate foto o video, ed erano ammantati quindi di profondo mistero, l’effetto sorpresa era inevitabile, erano la nuova frontiera del licenzioso. Imperversavano le libertine, solitamente di tutt’altro che eccelso aspetto fisico al susseguente fatale incontro al buio, che cavalcavano il mezzo per provare a pescare maschi sì confusi e felici ma pur sempre teoricamente ben fermi e decisi nell’opporre un categorico No! alle predette, suadenti, conosciute al buio dei byte e drammaticamente idealizzate, amatoriali e inguardabili mantidi. Imperversavano i cyber-pappagalli, che ci provavano alla grande, bussandoti in query (finestre di conversazione private), sibilando: sei m o f?. In chat non si era mai Maurizio Di Fazio o Gigi D’Alessio o Matteo Renzi o Miley Cyrus.Si era (l’elenco era oceanico e speculare a un ipotetico e millenario establishment di very important person, ci si nutriva, come parassiti del riferimento pseudo-dotto, di rimasticature scolastiche e detriti sottoculturali d.o.t.c. (d’origine televisiva controllata), oppure vai con un bell’appellativo aggressivo e positivo e bando pure a questa immane ricognizione intellettuale) indifferentemente, Joyce, Moana, Pelù, Celoduro, Hegel, Sexbomb. Questi nomignoli di fantasia, i nickname, a volte restavano addosso per una vita, altre volte si cambiavano fin dal secondo collegamento. Già su Irc dettavano legge i conformismi, apolitici, di destra o di sinistra che fossero.
Naturalmente c’ero diffusamente anchio, su Irc, per la precisione ero di casa sui canali #Abruzzo, #Pescara, #Colli, #Colli1 se saltava #Colli normale, #Sex, #Roma, #Sex2, #Sex3, #SexaRoma, #Italia, #Sm-Italia, #Pescara Autosex, #parco florida, #Montesilvano, #Torredicerrano, #Cimiterodiverano, #sessostrano-conguardoni-nel-cimitero-di-verano-o-alla-torre-di-cerrano

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