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Coronavirus: sempre più tesa la situazione del settore musica
18 Apr 2020 12:19

Dalla metà di febbraio, con l’annullamento dei primi concerti ed eventi culturali si è fatta sempre più tesa la situazione per la musica in Italia.

Sia Giordano Sangiorgi del MEI meeting etichette indipendenti e Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, hanno immediatamente messo in guardia da quello che sarebbe potuto succedere ad uno dei settori più importanti dell’economia italiana. (Leggi anche Coronavirus: la musica indipendente rischia il crollo per mancanza di leggi)

In questa settimana sono arrivate notizie non poco incoraggianti visto che le regole anti-contagio da covid19 tra cui quella del distanziamento sociale con una “fase 2” che porterà alla riapertura con le stesse regole vigente ancora oggi.

Sembra scontato che sarebbe molto difficile fare concerti ed eventi culturali con numeri ridotti anche ad un quarto della capienza che diventerebbero così antieconomici per chi gli organizz con spese che superano gli introiti..

Oltre a questo non si vede una soluzione per quanto riguarda il sostegno ai lavoratori del settore perché, come ha detto presidente Assomusica, per organizzare un concerto in uno stadio lavorano in tre giorni tremila persone e non solo chi è sul palco ad esibirsi.

La mancanza di leggi porta a una mancanza di tutele

Si paga, alla fine, una mancanza di regolamentazioni e quindi leggi soprattutto a tutela di chi lavora nel settore cultura e ancora più nello specifico nella musica mai avvenuta se non con la SIAE nel 1941 e con la reintroduzione del videoclip come patrimonio culturale nel 2020 dopo che lo stesso ministro Franceschini lo ha prima escluso,qualche anno fa, per poi reintrodurlo all’inizio di quest’anno.

Tanti sono stati gli studi per lanciare delle tutele a favore di artisti e lavoratori nel mondo della musica che al 95% resta indipendente e che oggi invece si trova a dover fare i conti con una mancanza di reddito mai vista dall’inizio della costituzione della Repubblica Italiana.

Mentre in Europa si discute con una visione alquanto scadente e fiacca di sostegno ai settori produttivi degli Stati, la cultura italiana rischia il tracollo in pochi giorni e come detto anche la

Il 30% delle etichette indipendenti rischiano la chiusura

Giordano Sangiorgi del MEI meeting etichette indipendenti nel giro di due mesi rischiamo di non vedere più il 30% delle etichette indipendenti a causa della mancanza di sostegno economico e soprattutto di tutele mai arrivate per il settore che è la locomotiva intellettuale e non solo di un Paese in cui il settore cultura vale dal 6% al 10% del prodotto interno lordo.

Dobbiamo solo pensare che per ogni euro investito nella musica dal vivo, si “muovono” dai 10 ai 15 euro in altri settori e quindi, un settore fondamentale come quello della musica deve essere visto come una locomotiva dell’economia italiana e non come un industria che vende prodotti.


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