';

Difendiamo il 5 per mille
27 Nov 2013 17:01

Il 5 per mille perennemente sotto attacco. La forma di contribuzione che i cittadini hanno per dare forza al variegato mondo del terzo settore viene costantemente messo in discussione da scelte politiche ottuse, incapaci di comprendere che tagliando i contributi al mondo del volontariato si danneggiano i cittadini, ma lo stesso Stato che, dal lavoro dei volontari, ricava enormi benefici.

Nel 2011, grazie alla scelta operata da 17 milioni di contribuenti, la quota raggiunta dal 5 per mille è stata di quasi 488 milioni di euro. Lo Stato italiano ha però deciso di tagliare circa 93 milioni di euro, destinando alle organizzazioni solo 395 milioni. E già nell’esercizio 2010, mentre i contribuenti italiani avevano destinato tramite la scelta del 5 per mille la somma di 463 milioni di euro alle organizzazioni non profit, lo Stato aveva trattenuto 80 milioni di euro, accreditandone solo 383 milioni.

Da due anni, quindi, lo Stato viene meno ai suoi impegni. In pratica, nonostante noi cittadini gli chiediamo, spontaneamente, di destinare una parte delle nostre tasse a finanziare il mondo del volontariato, lo Stato, in maniera arbitraria, disattende agli impegni che esso stesso ha preso con tutti noi e taglia le somme che i contribuenti hanno messo a disposizione.

Alcune delle principali associazioni e organizzazioni no profit (ActionAid, AIRC, AISM, Amnesty International, AMREF, Associazione Italiana Celiachia, CESVI, Emergency, FAI, Fondazione Don Gnocchi, Fondazione Telethon, Greenpeace, Lega del Filo d’Oro, Medici senza Frontiere, Save the Children, Terre des Hommes, Unicef, World Vision e WWF) pur rilevando che – almeno per il momento – parrebbe scongiurato per quest’anno il rischio di un ulteriore ridimensionamento della disponibilità per il 5 per 1000, hanno recentemente ribadito l’inadeguatezza del limite a 400 milioni e la necessità di stabilizzare questo strumento.

I rappresentati del Terzo Settore hanno chiesto al Governo di provvedere ad un innalzamento del tetto massimo ad almeno 500 milioni di euro per il 2014, in modo da dare una risposta vera ai 17 milioni di contribuenti italiani che hanno deciso di supportare il mondo no profit – e con esso, l’ambiente, la sanità, l’infanzia, la ricerca scientifica – attraverso la donazione di una parte delle proprie tasse.

È necessario inoltre formulare una proposta normativa che regolamenti tale strumento in maniera definitiva. Di fatto, essendo sottoposto annualmente al vaglio dell’Esecutivo per la sua introduzione all’interno del Ddl stabilità, a distanza di anni dalla sua introduzione, il 5 per mille rimane tuttora una misura provvisoria e aleatoria.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento