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E la chiesa di Napoli installa dissuasori anti-clochard…
19 Dic 2013 07:44

Sembrano, a prima vista, delle gabbie metalliche poste a difesa del portone dell’antica chiesa napoletana di Santa Maria di Costantinopoli: in realtà, come hanno scoperto e denunciato i Verdi, sono dei dissuasori “anti-clochard che, tempo fa, un parroco fece installare per evitare che gli homeless passassero la notte stesi davanti al luogo di culto.

L’ipotesi dei Verdi, trova conferma nel racconto degli stessi barboni: i dissuasori sono stati sistemati proprio con l’intento di ottenere quell’obiettivo. Di fatto sottraggono due ripari ai numerosi homeless della zona, che usualmente trovano rifugio sotto gli archi dei palazzi e nel porticato adiacente la Galleria Principe di Napoli.

Anche stasera, nella zona del Museo, e anche davanti alla chiesa, alcuni clochard si sono sistemati per affrontare la notte, coprendosi con coperte e cartoni per fronteggiare il freddo di dicembre. Da alcuni giorni, coloro che hanno denunciato la presenza dei dissuasori – l’attivista dei Verdi, Patrizia Cipulli, il leader degli Ecorottamatori Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e il conduttore radiofonico Gianni Simioli – stanno inutilmente cercando di incontrare il parroco.

I “dissuasori anti-clochard“, a quanto si è appreso, sono stati installati dal precedente parroco. In questi giorni le temperature, soprattutto di notte, scendono vertiginosamente e il problema della sistemazione dei clochard, come ogni anno, si fa più pressante: alcune settimane fa, un homeless di origine nordafricana è stato trovato senza vita, avvolto in un cartone che usava come coperta, sotto il porticato di via San Giacomo, a pochi passi dal palazzo del Comune. I Verdi chiedono alla curia arcivescovile di Napoli di provvedere alla rimozione delle inferriate che, sottolineano in una nota, “disonorano gli insegnamenti del Vangelo e di Papa Francesco il quale, fin dall’inizio del suo pontificato, ha sempre invitato i fedeli e il clero a dedicarsi sempre con maggiore attenzione ai bisogni degli ultimi“.


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