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Gli italiani non vanno più in vacanza. Per colpa della recessione
22 Lug 2013 08:09

Strade e autostrade traboccanti di traffico nei fine settimana e praticamente deserte durante gli altri giorni e città piene quasi come d’inverno anche a luglio inoltrato. È il quadro dell’Italia dell’estate 2013, rassegnata ad una crisi che non vuole terminare.

Un segno tangibile di come sia modificato il traffico rispetto a soli pochi anni fa è dato dal fatto che Viabilità Italia, il Centro di coordinamento del traffico del Viminale, per la prima volta, per questa estate, non ha previsto nessuna giornata di traffico da ‘bollino nero’ e Autostrade per l’Italia ne ha previsto solo ‘mezzo’, per la mattinata di sabato 3 agosto ed esclusivamente nella dorsale adriatica.

“Un calo del traffico c’è indubbiamente stato – spiegano ad Autostrade per l’Italia – soprattutto è cambiato il modo di muoversi della gente, che spesso, anche a causa del caro benzina, preferisce altre modalità di trasporto rispetto all’auto”. Intanto sul fronte delle partenze per le vacanze le notizie sono allarmanti: a causa della crisi partirà solo il 32% per almeno una settimana, una percentuale che equivale a 19,2 milioni di cittadini calcola Federconsumatori.

“Fino a 7-8 anni fa partiva anche il 65-70% della popolazione – lamenta Fortunato Giovannoni, presidente della Fiavet, la Federazione italiana associazione imprese viaggi e turismo -, adesso non scelgono nemmeno i last minute: gli italiani non viaggiano proprio più e questo a causa dell’economia stagnante e della ricchezza che è drasticamente diminuita. Certo, c’è sempre una quota che continua a far vacanze ma per noi la carta vincente erano le masse di turisti. Tiene il turismo straniero che però rispetto al 2012 non è aumentato”.

Giovannoni accusa poi il sistema di rilascio dei visti turistici per i Paesi emergenti: verso Cina, India e Russia “l’Italia riesce a concedere solo la metà dei visti turistici richiesti. Chiediamo che i sistemi di rilascio siano più rapidi: spesso questi turisti finiscono per arrivare in Francia o in Spagna, dove i visti vengono concessi con maggiore celerità e poi vengono a visitare anche l’Italia che però da destinazione principale dove potevano soggiornare anche 6 notti diventa secondaria, con un danno doppio”.

Di questo Fiavet ha parlato in questi giorni con il ministro della Cultura e Turismo, Massimo Bray, che incontrerà nuovamente a breve per trovare insieme soluzioni adeguate. Più ottimista la presidente dell’Associazione albergatori di Rimini, Patrizia Rinaldis, che lega l’andamento positivo di luglio anche a iniziative organizzate sul territorio dagli enti locali e dal meeting in programma dal 18 al 24 agosto a Rimini. “Luglio – spiega Rinaldis – è andato abbastanza bene, i numeri sono uguali o superiori allo scorso anno ma i clienti prenotano all’ultimo momento.

È una tendenza che non credo si riuscirà più a modificare. A fine luglio registriamo, come sempre, una flessione ma spero che anche agosto vada bene: certo, prima sapevamo da mesi quanti clienti avremmo avuto, ora anche ad agosto lo scopriremo solo all’ultimo momento”.

Sulle spiagge, dopo il -40% di presenze a maggio e giugno, causa maltempo, “luglio sta andando bene e spero che il meteo sia buono anche ad agosto e settembre pure se recuperare quanto perso sarà complicato”, confida il numero uno del Sindacato italiano balneari aderente a Confcommercio, Riccardo Borgo.

“La crisi morde – aggiunge – e anche se il numero dei clienti è rimasto stabile nei consumi si vede molta prudenza: i clienti sono parsimoniosi e per esempio, invece di acquistare l’acqua minerale, la portano da casa e così fanno per tanti altri beni che si acquistano in spiaggia e che spesso sono voluttuari”.


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