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Il chitarrista di Sting dà spettacolo a Foggia
08 Mag 2014 07:06

Thumbs up per l’ultimo concerto di ‘Lune…di jazz’, la nona edizione della rassegna del Moody Jazz Cafè di Foggia che ha ospitato  negli ultimi anni più di 600 artisti di fama internazionale ed ormai riconosciuto come presidio jazzistico tra i più importanti del sud Italia.

Direttamente da Buenos Aires per presentare il suo nuovo album intitolato “AD HOC” , in una delle sole tre date italiane previste e per la seconda volta in debut-live sempre e solo al Moody, domenica scorsa Dominic Miller ha dato spettacolo.

Dal popolo acclamato come il chitarrista di Sting, l’artista argentino  è arrivato a Foggia con la sua band d’eccezione formata da  TONY REMY alla chitarra (Simply Red, Annie Lennox, Herbie Hancock, Graig David), NICOLAS FISZMAN al basso (Sting, Vanessa Paradis, Toots Thielemans) e RHANI KRIJA alle percussioni (Sting, Omar Sosa, Don Byron, Vinnie Colaiuta).

Grandissima performance del gruppo e aspettative puntualmente saldate per la serata che si è rivelata un vero successo. Il nuovo lavoro della band è veramente interessante, sia dal punto di vista dei suoni che della composizione e, com’ha spiegato il protagonista della serata ( in lingua inglese ),  contiene un leggero cambiamento di stile – forse una maggiore consapevolezza compositiva da parte di Miller- che lo rende ancora più riconoscibile e originale, ma sempre legato all’espressione delle più belle canzoni di Sting.

Il pubblico del Moody – arrivato per l’occasione anche da fuori Provincia- ha sprigionato brio da tutti i pori per due ore di concerto (vedi la fotogallery realizzata da Fiorenzo Capuano Fotografo) senza mai stancarsi, lasciandosi assuefare da un’atmosfera magica e trascinante, e registrato picchi d’entusiasmo sulle note di Field Of Gold, Shape Of My Heart, Meeting Point e tanti altri pezzi, frutti di oltre vent’anni di musica per Miller.

L’allegra e intesa complicità tra gli artisti ha strappato facilmente sorrisi oltre che fruscii di plausi e, per i fans più sfegatati, addirittura commozione. “Percepire sentieri musicali paralleli fra loro, e vedere la forte personalità  di Miller ‘sentirsi a casa’ nel mio locale – ha spiegato Nino Antonacci, il responsabile del Moody Jazz Cafè – è per me davvero emozionante. Non potevo ricevere risultati migliori da questa rassegna – e poi l’ironia – studiata veramente AD HOC”.


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