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Il clientelismo al Sud? Battuto dalla crisi e dai Social
27 Giu 2015 10:07

E’ inutile negarlo! Per il clientelismo del Sud, sono tempi bui. Così come per le estorsioni, che convengono sempre meno.

E chi ha piegato le due piaghe endemiche di queste terre?

La crisi economica.

Forse ci si sarebbe aspettato un’incisività che partisse da altre aree d’intervento. Ma le casse dello Stato, che era il principale involontario sponsor,  sono in profondo rosso, e dunque da qui il breack forzato dei ciarlatani che agiscono nell’agone politico.

Poveracci, costretti a rimetterci di proprio. Ma il proprio non basta. Così il voto di protesta e quello dei politici onesti, che esistono eccome, è tornato prepotentemente a galla, egemonizzando le scorse elezioni.

I cittadini elettori hanno capito che il posto di lavoro promesso non c’è, la strada da costruire non verrà mai costruita, che l’ospedale sarà chiuso e non ampliato, che lo stadio rimarrà vetusto, che “chiu’ pilu per tutti” è stato strozzato in culla da una crisi strutturale in cui non si vedono i confini.

Qualche poveraccio si è ancora arrangiato, in certe aree dove le organizzazioni criminali, hanno grosso potere economico e d’intimidazione, ma sono casi che prondono colori crepuscolari. Alle prossime elezioni, per i professionisti del voto di scambio, ci saranno ancora meno risorse.

Ma di questo passo dove si andrà a finire? Si saranno chiesto i ciarlatani. Arriveremo a libere elezioni? Vuoi vedere che un qualunque cittadino può superare i recordman della preferenza?

E poi, questi social network! Che danni stanno facendo! Prima la campagna elettorale se la potevano permettere i ricchi ed i ciarlatani, ora basta un po’ d’inventiva e via web si può creare aggregazione e consenso.

Crisi e social network. Povero Sud del malaffare. Sempre più in disuso. Che scriveremo nei libri di storia?

Che gli spacciatori di antidemocrazia vennero battuti da un paio d’imprevisti.


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