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Il procuratore De Raho: “i sacerdoti isolino la ‘ndrangheta”
17 Lug 2014 09:02

“Il ruolo dei sacerdoti è fondamentale. Loro devono osservare la regola del Vangelo, prendere ad esempio Gesù ed isolare la ‘ndrangheta”.

A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho intervenendo alla rassegna culturale Tabularasa e tornando sul problema degli “inchini” davanti le case dei boss fatti nel corso di alcune processioni religiose.

“La Calabria – ha aggiunto Cafiero De Raho – partorisce geni che riescono a mostrare ai massimi livelli le proprie potenzialità solo fuori. Chi resta viene annientato perché qui c’è un male che distrugge tutto. La ‘ndrangheta tutto distrugge e tutto annienta”.

“Paura e confusione sono – secondo il Procuratore di Reggio – le armi più potenti della ‘ndrangheta. La paura che incute per ottenere il controllo e la confusione che utilizza a suo piacimento in alcune circostanze per far passare messaggi diversi dalla realtà. Prendiamo il caso di Oppido. La processione non ha seguito il percorso stabilito. Ad un certo punto ha deviato perché la Madonna si inchinasse davanti alla casa del boss. Questa è blasfemia e deve essere condannata in maniera assoluta, senza trovare giustificazioni. La ‘ndrangheta cerca di utilizzare tutto ciò che c’è di buono e di meglio nella società per sfruttarlo a proprio piacimento. Ovunque ci sia da dimostrarsi potente e capace, il boss è presente, in chiesa come in altre situazioni, per dimostrare la supremazia”.

“Il boss della ‘ndrangheta, quello vero – ha detto ancora Cafiero De Raho – si sente al di sopra di tutto, al di sopra del Papa, come fosse Dio. Questo è paganesimo e come tale va condannato, dalla Chiesa prima e dalla giustizia, se il caso lo richiede, poi”.


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