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In giro per Foggia, la città malata da dove tutti vogliono fuggire
04 Nov 2013 09:31

….alle tre del pomeriggio camminavi per Foggia e notavi una desolante città, svuotata del suo traffico disordinato e deserta di uomini e donne.

Forse incrociavi qualche bicicletta, un autobus con qualcuno dentro che non andava da nessuna parte e magari era lì dentro perché non aveva nulla da fare.

Percepivi che a quell’ora la città era abbandonata a se stessa e a quelli che non avevano dimora, qualche randagio ed il vento…sempre il vento!!!

Al tempo d’oggi, sono le dieci del mattino, c’è qualche pedone di più, sicuramente il traffico sempre più schizofrenico, disordinato ed immotivato per una città tanto piccola e corta!!!

Però!!!

La sensazione è la medesima delle tre del pomeriggio…una desolante indolenza ed una delusione di chi abita questa Foggia.

Chi non vorrebbe andarsene, chi, ogni giorno, non pronuncia la fatidica frase: “..che darei per vivere altrove”, o altro intercalare magari più espressivo e verace.

Ma cosa succede?

Siamo in anni post bellici, vi è stata una epidemia distruttiva, cos’altro?

Forse il malgoverno, la cattiva politica?

Oppure l’indole, l’apatia del foggiano, il suo carattere complesso?

NO.

La città si è ammalata.

Ecco la diagnosi lapidaria.

Procediamo con un metodo rigorosamente obiettivo e non facciamoci prendere dal campanilismo, dall’orgoglio tradito o da altro.

Allora!!

Prima cosa, ma di che malattia parliamo, quando l’abbiamo contratta, vi è stato contagio?

La malattia è sconosciuta, non si è letto di casi analoghi, probabilmente i sintomi li riscontriamo anche altrove, ma ciò che preoccupa è la virulenza del male che attacca ogni abitante.

Passiamo ai sintomi.

Ognuno lamenta malessere a vivere la città, troppo abbandonata a se stessa, incuria nella qualità dei servizi, politici distratti e poco inclini alla moderna civiltà del vivere, nessun

interesse per il miglioramento urbano, brutture negli edifici pubblici e privati, cultura del verde inesistente, intollerabilità a qualsivoglia regola del buon vivere, ecc. ecc.

Questi sintomi, da soli, sarebbero sufficienti a riportare in auge l’emigrazione, però ciò non accade, tutti lamentano il male ma nessuno va a curarsi altrove, nessuno va via.

Soltanto pochi anni addietro non si aveva traccia di questo male, la città non ha mai vantato una salute di ferro ed un corpo atletico, ha sempre condotto una esistenza sottotono, però i suoi abitanti avevano una serenità dello spirito ed una vita semplice e soddisfacente che concentrava tutto nella “foggianità” di un giorno dopo giorno che si tramandava di padre in figlio.

Fino agli anni 80 Foggia galleggiava pacifica nel suo piccolo mare, un po’ torbido ma senza grandi rischi di maree oppure onde anomale. E’ vero c’era il vento, quello si, fastidioso, petulante ed ossessivo.

Un attimo, è bastato un attimo, il vento si è placato, è scomparso ed ecco la malattia.

Il vento ha ceduto il passo al male, al buio senza previsione di luce, una malattia che ha contagiato tutti e tutti nello stesso momento.

Un malessere che come il vento passa di corpo in corpo, parole critiche che vanno di bocca in bocca.

La città malata!!!

Tra poco ci sarà un nuovo medico, votato dagli stessi suoi pazienti, ma non sarà anche Lui malato?

Vogliamo il vento…ritorna a spirare su Foggia, spazza via la malattia e chi sulla malattia ci campa!!!!


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