';

La fuga di cervelli nella nuova musica italiana
10 Set 2019 08:33

Capita come tradizione che gli artisti, o meglio, giovani di belle speranze che hanno note, musica e parole nelle vene, debbano abbandonare la propria terra per avere qualche possibilità di farsi ascoltare e realizzare il proprio sogno.

Sembra davvero strano scrivere questi pensieri su Resto al Sud, una missione più che una testata giornalistica che lancia perennemente il messaggio che nella propria terra, tra i propri ricordi, possa nascere un’idea e farla diventare realtà, una professione, uno stile di vita.

Invece, anche nella musica accade da decenni che i musicisti, i cantautori e gli autori abbandonino non solo la propria città, provincia o regione ma vadano oltre confine alla ricerca di uno stile di vita in cui la cultura è al centro della vita sociale.


Video: Erica Mou – Nella vasca da bagno del tempo – Sanremo 2012

Parto con un esempio di una pugliese, Erica Mou, incredibile talento che con la delicatezza dei propri testi e della voce conquista chiunque la ascolti. Ha lasciato la propria città per trasferirsi a Roma ed arrivare a risultati che non avrebbe mai raggiunto nell’era della musica digitale.
Erica Mou è stata una delle protagoniste di Sanremo nel 2012, classificandosi seconda e vincendo il prestigioso premio della critica Mia Martini oltre al Premio Sala Stampa Radio Tv.
Successivamente ha potuto far ascoltare le proprie canzoni oltre i confini nazionali: dal Brasile agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna al Belgio, Francia, Germania e Ungheria.

Purtroppo l’Italia non è quella che vorrebbe Erica Mou, Roberta Giallo e tante altri incredibili cantautrici tra le rappresentanti della nuova canzone italiana, facce della presente e futura musica “Made in Italy”.

Altro esempio lampante è quello del foggiano Antonino Spadaccino, figlio di quel talent di Maria De Filippi, che con la sua voce è arrivato a calcare il palco di X Factor UK o di Buva, al secolo Valerio Buchicchio, che da Cerignola è arrivato a Sanremo per ritirare un premio contro la Mafia, passando dal contratto con la Warner e la collaborazione con Ermal Meta in “Ercole”, senza mai dimenticare il suo amato “Sud”.

Valerio si è formato Officina Pasolini di Roma, dove ho potuto imparare tanto da grandi professionisti del settore come ad esempio Tosca, Piero Fabrizi e Niccolò Fabi.

Ogni Regione ha i suoi talenti, figli che però sono costretti ad emigrare per mancanza di spazi e che possano essere una fucina per l’arte e che valorizzi il talento che non manca assolutamente in Italia.

Ma la storia insegna, “Nemo propheta in patria”.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento