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La scuola che combatte contro i clan
10 Apr 2014 09:07

Una tastiera da computer ed una coppia di bongo. Questo è quanto hanno lasciato i ladri nel laboratorio informatico e musicale nella scuola elementare del 2° circolo di Boscoreale, in provincia di Napoli, vandalizzata e svaligiata in un raid notturno.

La brutta sorpresa all’apertura della scuola quando davanti alle porte divelte, agli armadi forzati ed alle scrivanie ripulite da monitor e pc ad insegnanti e assistenti, come racconta la preside Pasqualina Del Sorbo, sono venute le lacrime agli occhi.

”Stavolta c’hanno messi in ginocchio – ha commentato amaramente la dirigente mentre con altri collaboratori cerca di recuperare il salvabile – altre volte abbiamo subito dei furti ma ora hanno portato via tutto”.

La scuola si trova nel popoloso quartiere Gescal ai piedi del Vesuvio, teatro di numerosi fatti di cronaca ultimo dei quali accaduto a pochi metri dall’ingresso dell’istituto con il ferimento di tre persone durante una sparatoria per il dominio delle piazze di spaccio.

”Eravamo riusciti – racconta la preside – ad attingere ai fondi europei, per garantire con le attività di laboratorio il tempo pieno ai ragazzi per tenerli più possibile lontani dalla strada. Hanno rovinato tutto”.

In un’altra scuola poco distante, parzialmente abbandonata, i carabinieri trovarono armi abbandonate da esponenti dei clan che utilizzavano palestre e sottoscala come poligono di tiro.

Le postazioni informatiche, 23 quelle rubate oltre agli strumenti musicali, erano state acquistate a luglio dopo un ennesimo furto e venivano utilizzate per corsi informatici da alunni, anche con disabilità gravi, insegnanti ma anche dai genitori coinvolti con i figli in progetti pomeridiani. Qualcuno dei professori propone iniziative estreme pur di attirare la dovuta considerazione ed un aiuto per superare il brutto momento.

”Chiudere o andare via? Non se ne parla. Ciò che e’ accaduto – dice la preside ad alta voce per chiarire bene quali sono le sue intenzioni – è una cosa gravissima. Gli autori del raid non ha portato via solo computer. Loro forse non lo sanno ma stanotte hanno anche rubato un pezzo di futuro ai loro figli ma noi siamo qua e ci resteremo per cercare di garantirgliene uno migliore”.


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