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La sicurezza sul lavoro all’Ilva? È un rischio
19 Giu 2013 07:59

In Ilva in caso di incidente si muore, ma puoi salvarti se prendi in tempo l’ambulanza, è un po’ come prendere il bus“. È l’amaro sfogo di uno dei due lavoratori del reparto Movimento Ferroviario (Mof) dello stabilimento di Taranto che due giorni fa hanno accusato malori in seguito al blocco di un locomotore su cui stavano operando, dal quale si sono sprigionati fumi che hanno provocato vomito e giramenti di testa. Il punto in cui è avvenuto l’incidente si trova a 500 metri di distanza dal ‘posto di attesa’ in cui gli operai potevano essere soccorsi.

“Qui – racconta l’operaio – tutto funziona al contrario. Siamo noi che dobbiamo raggiungere il soccorso e non essere soccorsi. Arrivati in infermeria siamo stati messi a letto con tanto di maschera di ossigeno. Abbiamo lì riposato per circa cinque ore, sempre con la maschera di ossigeno in quanto evidentemente eravamo intossicati”.

Ma ad un’ora dalla fine del turno, denuncia in una nota il lavoratore, “l’infermeria ci ha rimandati nel reparto per riprendere a lavorare. Sì, in quello stato. Bisogna tenere presente che la giornata era afosa e che eravamo a digiuno”.

L’operaio sostiene di aver chiesto “il pasto, ma il nostro beneamato capoturno ci ha ricordato che non eravamo in orario di pausa, pertanto non avevamo diritto a nutrirci. Vuoi per la fame, vuoi per l’intossicazione, ho dovuto richiamare il soccorso, mentre il mio caro collega, a digiuno, ha preferito restare lì fermo in attesa della fine del turno. Io – conclude il lavoratore – ho invece passato la notte in ospedale”.


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