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L’Alcoa è sul baratro i i sindacati annunciano la mobilitazione
19 Giu 2013 08:11

Subito un incontro con il Governo per capire quale possa essere il futuro dello stabilimento Alcoa di Portovesme. Il fronte dei lavoratori si ricompatta e si riparte con la mobilitazione regionale (a Cagliari) e nazionale (a Roma).

È la linea tracciata nel corso di un’affollata riunione tra i segretari nazionali dei metalmeccanici ed i lavoratori, diretti e delle imprese d’appalto, della fabbrica di Portovesme. Gianni Venturi, della Fiom nazionale, non usa giri di parole per affrontare la vicenda.

Adesso si deve giocare a carte scoperte: Alcoa, Klesch e il Governo. È necessario che Klesch dica cosa vuole fare, quale sia il suo piano industriale – prosegue Venturi – poi a quel punto si parla con il Governo e con Alcoa, non si può più perdere altro tempo”. Dello stesso avviso anche Mario Ghini della Uilm nazionale. “A questo punto si devono sentire le diverse posizioni e poi si incrociano le informazioni. Naturalmente il Governo deve assumersi la sua responsabilita”. E’ soddisfatto e annuncia la ripresa della mobilitazione con due iniziative, una regionale e una nazionale, Marco Bentivogli della Fim Cisl.

L’obiettivo è Palazzo Chigi, perché il Governo deve dire cosa vuole fare. Noi chiediamo che si riprenda l’ipotesi Klesch, se poi non ci sono le condizioni che si verifichino altre possibilità, ma in quel caso la burocrazia regionale e quella nazionale devono essere rapide”. Anche i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm sono pronti a dare battaglia. “Ci sono tre cose che devono essere fatte subito – dice Roberto Forresu, Fiom – risoluzione dei problemi legati al pagamento degli ammortizzatori sociali, interventi sulle infrastrutture e riavvio della fabbrica. Ognuno si assuma per parte sua le proprie responsabilita”.

Daniela Piras, della Uilm spiega che “ormai non c’è più tempo da perdere e quindi è necessario che riparta la mobilitazione”, mentre Rino Barca (Cisl) annuncia che “il fronte dei lavoratori si è ricompattato e quindi ora si parte con le iniziative anche perché ci sono operai, soprattutto degli appalti, che non percepiscono gli ammortizzatori sociali da gennaio”.

Foto da Ilmessaggero.it


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