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L’Aquila rinasce puntando su ricerca e innovazione
17 Giu 2013 16:11

Il rapporto del prof. Calafati – L’Aquila 2030, una strategia per lo sviluppo economico- fu commissionato dall’ex- Ministro per la coesione territoriale F. Barca e lo stesso autore lo definì come uno strumento per pensare, un ausilio ai processi decisionali.

In tale documento si riporta che “la ricostruzione fisica dovrebbe avvenire congiuntamente alla riconfigurazione del sistema socio-economico affinché L’Aquila sia in grado di continuare a generare reddito e benessere nel contesto di “competizione territoriale” che l’integrazione europea e l’internazionalizzazione stanno determinando. “ Vengono messi in evidenza i potenziali punti di forza della città che, se promossi immediatamente, renderebbero più concreto lo sviluppo socio-economico. Uno dei suddetti punti di forza è l’Università, e più precisamente un’Università ad alta residenzialità, ma si sottolinea che la città dell’Aquila ha un polo industriale di dimensioni ridotte ma di elevata qualità tecnologica. Questo polo spazia tra settori più propriamente ingegneristici a quelli nell’area farmaceutica e più specificamente nel settore biotecnologico.

È di pochi giorni fa il convegno ‘Biotech e farmaco’ all’Aquila, durante il quale sono stati presentati numeri molto interessanti: una produzione che supera 1 miliardo di euro, quasi 1.300 addetti tra diretti e indotto, e un export che pesa per il 32% sul totale manifatturiero e per il 48% sul totale hi tech. Dal convegno è venuto fuori un dato importante, quello dell’assenza di esuberi nel comparto, almeno al momento, come annunciato da Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria e anche interessanti prospettive fornite da Eugenio Aringhieri, presidente del gruppo Biotecnologie di Farmindustria:” Nel sistema aquilano il biotech rappresenta un’eccellenza ed è un esempio di istituzioni, università e industria che lavorano bene insieme”.

A L’Aquila, infatti ‘biotecnologia’ non è solo una parola, ma una scommessa sulla quale si è creduto sin dall’inizio. L’Università dell’Aquila è stata una delle poche ad istituire una Facoltà di Biotecnologie con corsi di laurea triennale e magistrale, ancora presenti, ovviamente, in campo medico e farmaceutico. La Facoltà di Biotecnologie è stata attivata nel 2005 ed era una delle quattro Facoltà di Biotecnologie presenti in Italia.

Ottime sono state da sempre le collaborazioni scientifiche e didattiche con l’industria biotech, anche attraverso stage formativi per gli studenti. A L’Aquila, infatti, è presente anche un centro di ricerca Dompè proprio nell’area Biotech.

Le prospettive appaiono più che buone e rappresentano in questo momento a L’Aquila una speranza, quella che una pianificazione strategica adeguata ancorata al presente della città e, quindi, anche a questo polo biotech di eccellenza, possa essere costruita immediatamente.

Buone notizie, quindi, dall’Aquila: come ha sottolineato M. Scarabozzi “oggi è la giornata dell’ottimismo e non potevamo non venire all’Aquila, che per noi è un polo importante”.

Insomma l’Aquila ha ancora tante ferite da rimarginare, ma anche tante risorse su cui contare: ricerca e innovazione.

Foto da L’Aquilaweb


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