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L’autodromo del #GranSasso e l’ambiente di #Montorio
28 Feb 2016 08:35

Parlano i responsabili dello studio di compatibilità ambientale: a San Mauro nascerà un parco.

Laguna Seca, California: il bacino asciutto sul fondo di un vulcano spento. Albert Park, Melbourne e Mallory Park, in Inghilterra, il parco lo hanno persino nel nome. Monza: il Parco della Villa Reale è uno tra i maggiori parchi storici e il quarto recintato più grande d’Europa, con l’autodromo proprio al suo centro. Solo alcuni casi di grandi aree naturali che ospitano tracciati per gare d’auto e moto.

Esempi di una convivenza perfettamente compatibile. E per la compatibilità tra l’Autodromo del Gran Sasso e l’ambiente interessato dal progetto per Montorio lo studio tecnico Taraschi lavora dal 2009 con competenza appropriata e multidisciplinare sulla gestione dei processi di pianificazione integrati alla componente ambientale di un impianto che, tra pista e paddock, occuperà solo una porzione non significativa dell’intera superficie interessata. Data la complessità delle relazioni tra natura e attività umane, il principio che ha guidato lo studio Taraschi è stato quello dello sviluppo sostenibile, per salvaguardare e migliorare la qualità dell’ambiente anche futuro.

Gli studi e le valutazioni sono stati sviluppati attraverso macrotemi quali biodiversità, patrimonio culturale, aria, acque, suolo, sottosuolo e rumore. «Il progetto prevede la realizzazione di barriere anti-rumore artificiali e/o naturalizzate distribuite lungo il tracciato – spiega l’ingegner Taraschi in funzione delle particolari esigenze per il controllo del rumore in ambiente esterno».

Il contenimento acustico, infatti, è stato un aspetto affrontato dal gruppo di  progettisti con le tecniche e i sistemi più “green” in circolazione: «Saranno predisposte barriere naturalizzate composte da scarpate verdi e alberature specialistiche – dettaglia l’ingegnere –. Le prime sono acclivi, ovvero le tipiche collinette dalle quali gli spettatori possono guardare le gare, barriere che bloccano il flusso sonoro verso l’esterno. Poi verranno piantumate numerose essenze a medio, basso e alto fusto su diverse linee di profondità, in modo da creare una barriera sonora efficace ma naturale e armonica».

Rispetto a quanto si può immaginare, dunque, saranno ben poche le barriere artificiali rispetto a le naturali: «In alcuni casi saranno progettati pannelli in plastica riciclata e messi in opera riduttori ellittici – illustra ancora l’ingegnere – ma sempre seguendo il carattere della naturalizzazione, scegliendo materiali compatibili nei colori e nelle tipologie, per evitare l’impatto visivo e l’alterazione della fascia prospettica».

Interventi puntuali anche rispetto al tessuto urbanizzato, aggiunge l’architetto Giulia Taraschi: «Il nucleo satellite di San Mauro è un punto di aggregazione e di riferimento del sistema agricolo e delle case sparse presenti attorno al tracciato: nei punti dove il suono si dirige verso gli edifici isolati saranno applicati interventi puntuali e diretti, con la formula compensativa sulle strutture esistenti. Si darà la possibilità a livello finanziario e tecnico di coibentare dal punto di vista fonetico le abitazioni con gli stessi sistemi adottati dalla Società Autostrade e dalle Ferrovie dello Stato».

taraschi

C’è poi un aspetto di “pubblica utilità” ricoperto dall’Autodromo del Gran Sasso, derivante in primis da gestione e manutenzione del sistema verde che sarà presente: «Serviranno diverse professionalità – rimarca Giulia Taraschi -, con il coinvolgimento degli enti locali». Ma soprattutto, «per le complessità tecniche e tecnologiche messe in campo oltre alle caratteristiche prestazionali degli edifici a suo servizio – rivela l’ingegner Taraschi, – l’impianto in caso di necessità può essere interpretato come “edificio strategico” con finalità di protezione civile. Basti pensare alla presenza di un eliporto per capire di quali infrastrutture di servizio parliamo».

«La convenzione stipulata tra la società Autodromo del Gran Sasso e il Comune di Montorio – aggiunge l’architetto Taraschi prevede miglioramenti ed ottimizzazioni della viabilità secondaria esistente che interessa in parte i terreni previsti nel progetto. La problematica relativa all’intervento si esplica nella fase realizzativa, che nel contesto modifica e altera significatamene alcune componenti ambientali. Ma, considerato che le fasi di lavoro dovrebbero esser circoscritte all’anno solare, le opere di mitigazione e compensazione previste dovrebbero, nel medio e lungo periodo, ricreare le condizioni ambientali ottimali e migliorare il sistema ambientale locale».

Le misure di protezione ambientale prevedono anche il sottosuolo, salvaguardato dal trattamento delle acque di prima pioggia che dilaveranno la pista: l’acqua sarà trattata e stoccata in appositi serbatoi per essere riutilizzata per usi irrigui e igienico-sanitari. «Praticamente – evidenzia Carlo Taraschi – una attuale strada statale inquina molto di più e nell’Autodromo del Gran Sasso, con i metodi di controllo che verranno effettuati a norma di legge da enti esterni e quelli di monitoraggio che verranno adottati, la cittadinanza sarà in condizione di verificare l’efficacia e l’efficienza dei sistemi adottati. In completa trasparenza».

La stessa trasparenza riguarda gli atti allegati depositati con il progetto, per i quali è stata eseguita e portata a termine la procedura della Valutazione Ambientale Strategica, interessando complessivamente 32 Autorità con Competenza Ambientale oltre l’Autorità Competente quale l’Ufficio Tecnico del Comune di Montorio che, il 30 marzo 2015, ha espresso parere motivato favorevole al rapporto ambientale, sintesi non tecnica e relazioni specialistiche. Per rilevare qualsiasi fenomeno che possa produrre un effetto negativo sull’ambiente verrà realizzato un sistema di monitoraggio ambientale per le fasi di progettazione, esecuzione delle opere ed esercizio dell’impianto sportivo. Tale sistema verrà opportunamente esteso a tutte le componenti di interesse ambientale (aria, acqua, suolo e sottosuolo, rifiuti,ecc.), in modo che, attraverso dati continuamente aggiornati, si forniscano indicazioni sui trend evolutivi e si consenta la misura dello stato complessivo dell’ambiente.

Se tutto ciò non bastasse a chiarire il dubbio sul legame pista-natura, i Taraschi rilanciano: «Il circuito sarà una porzione di territorio composto da molteplici aree libere destinate a divenire luogo d’aggregazione e fruizione per i cittadini di Montorio, menre le zone limitrofe saranno arricchite dall’intervento: in particolare la zona archeologica all’esterno dell’area del progetto diverrà un parco-museo».


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