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Lavorare con il Fantacalcio: la storia del foggiano Pasquale Puzio
13 Feb 2019 13:11

Una passione diventata lavoro. Il Fantacalcio non è solo un passatempo (stressante, per alcuni) ma un vero e proprio business. Almeno, così è stato per Pasquale Puzio, foggiano, classe 1988. Prima ha frequentato l’ITC Blaise Pascal, poi è partito per Bologna dove si è laureato in Informatica con 110 e lode. E dopo la laurea, complice un’esperienza Erasmus a Nizza, ha deciso di trasferirsi in Francia dove ha conseguito un Dottorato di ricerca in Sicurezza Informatica. Ma non ha eliminato i rapporti con il suo territorio. E la sua passione. Oggi, infatti, si dedica interamente al Fantacalcio e al progetto FantaMaster assieme al suo team.

La storia di Fantamaster

“L’idea – spiega Puzio – nasce nel 2015, mentre ero a Nizza per il mio dottorato in Sicurezza Informatica, dopo poco incontro con dei ragazzi del Meridione come me che avevano voglia di organizzare un Fantacalcio tutti insieme. Sembrava assurdo ma mancava un’applicazione per il Fantacalcio che permettesse di gestire facilmente il gioco tra amici e accedere a tutte le informazioni necessarie per schierare la formazione migliore. In quel periodo le app erano già diffuse, quindi con un po’ di incoscienza mi rimboccai le maniche e iniziai a lavorare da solo allo sviluppo di FantaMaster, ovvero la prima piattaforma 100% mobile per il Fantacalcio”.

All’inizio non c’era nessuna ambizione imprenditoriale, ma la semplice realizzazione di qualcosa che fosse utile ai vari appassionati di Fantacalcio sparsi per l’Italia, quelli che oggi si chiamano “fantallenatori“. Non sapeva, invece, che un progetto del genere potesse trasformarsi in un’azienda.

La prima versione dell’app

“Nell’agosto del 2015 – prosegue Puzio – compare sull’App Store la prima versione dell’app, che grazie a qualche blog di settore e senza alcun investimento in marketing riesce a scalare le classifiche e insediarsi stabilmente nella top ten, raggiungendo per qualche giorno anche il primo posto. Arrivano anche le prime recensioni di utenti felici e soddisfatti, alcuni addirittura estasiati. Non potevo crederci”.

Il business

Per alcuni mesi ha continuato a sviluppare senza sosta nuove funzionalità e gestire anche il supporto nei ritagli di tempo, mentre l’app continuava a crescere spontaneamente e senza nessun investimento. Le entrate mensili derivanti dalla pubblicità in-app, dopo alcuni mesi, iniziavano ad essere interessanti tanto da poter essere paragonabili a uno stipendio. “A quel punto avrei anche potuto puntare a vivere di rendita, ma qualcosa mi diceva che sarebbe stata la scelta sbagliata. Allora – evidenzia Puzio – mi sono messo alla ricerca di qualcuno che fosse esperto nel marketing, la mia grande lacuna avendo un background principalmente tecnico, ed è così che ho trovato il mio attuale socio, Marco Polidori. Dopo qualche mese si sono aggiunti a noi Amleto, che cura il supporto, e Jonathan, che cura la parte redazionale e di contenuti. In soli tre anni siamo riusciti a creare un business con un fatturato a 6 cifre e nonostante le nostre risorse limitate riusciamo a competere, e in molti casi superare, con dei giganti che sono sul mercato da oltre venti anni”.

A renderli “speciali” è anche il fatto che il team lavori completamente da remoto: “Nessuno di noi infatti si trova nello stesso posto. Io per esempio mi divido tra Nizza e Foggia, Marco si divide tra Roma e Malta, Amleto è a Foggia e Jonathan in provincia di Milano. Per non parlare poi degli altri collaboratori che sono sparsi in giro per l’Italia”.

I ‘segreti’ di Fantamaster

Ma qual è stato il “segreto” di questo successo così rapido? “Probabilmente – commenta Puzio – è dovuto a un insieme di fattori. Abbiamo puntato fin dall’inizio, quasi in maniera ossessiva, a realizzare un prodotto innovativo e nettamente migliore rispetto alla concorrenza, e soprattutto siamo riusciti a farlo velocemente, sfruttando la lentezza dei player più importanti sul mercato. Poi – ribadisce – abbiamo applicato quella metodologia che oggi viene chiamata comunemente ‘growth hacking’, ovvero abbiamo implementato una serie di tecniche e funzionalità del prodotto che ci hanno permesso di sfruttare i social media e le reti sociali dei nostri utenti per ottenere gratuitamente visibilità e viralità”.

Raccontata in questo modo potrebbe sembrare una passeggiata: “Ma ovviamente non è stato così. A differenza di oggi, in cui siamo tutti dedicati full-time a questo progetto, per molto tempo abbiamo dovuto combinare Fantamaster con i nostri rispettivi lavori. Oggi, però, siamo molto più strutturati e puntiamo ad affermarci come leader del settore e far crescere il nostro brand”.


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