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L’indecoroso sgombero di Villa Roth, la libreria sociale finita sotto sequestro
21 Gen 2014 07:07

Un’isola felice fino a ieri, il centro sociale di Villa Roth. Abitato e animato dall’autunno duemilaundici da studenti e precari senza fissa dimora e migranti richiedenti asilo, ospitava ogni giorno appuntamenti di musica, cinema e letteratura, sempre gratuiti.

Un centro sociale che aveva restituito vita e dignità a un immobile di proprietà della Provincia di Bari, che versava da circa quindici anni in completo stato di abbandono.

L’ottocentesca Villa Roth era diventata una libreria di libero scambio, un campetto per i ragazzini del quartiere, uno spazio teatrale, un orto biologico e molto altro ancora. Le intercettazioni ambientali disposte dalla Procura ci raccontano qualcosa in più degli abitanti del luogo.

“Stasera sarebbe carino, facciamo un dj set un po’ african, con quelli di piazza Umberto, se vuoi dare un colpo di telefono a qualche amico tuo senegalese. Mettiamo reggae, vendiamo da bere a prezzi popolari, facciamo una cena tutti insieme” dice uno dei ragazzi di Villa Roth al telefono con un amico.” Poi si organizzano per la spesa e le casse di birra da acquistare.

Quando c’è bisogno di soldi per la gestione della villa, si attivano per vendere ferraglie e altri oggetti fuori uso presenti nell’immobile.

Ma la magistratura non fa sconti. “Sono condotte delittuose che denotano un uso parassitario di spazi e risorse”  –  si legge nel provvedimento. Viene quindi disposto il sequestro della villa, e lo sgombero degli occupanti, in una gelida mattina di gennaio.

Il Comune e la Provincia si palleggiano le responsabilità, mentre le finestre e la porta d’ingresso vengono murati, ignorando tra l’altro i vincoli storico artistici a cui è sottoposto l’immobile.

Sei persone del collettivo vengono denunciate con l’accusa di occupazione di immobile pubblico e furto di acque ed energia elettrica.

Intanto la città si ribella, intellettuali e gente comune esprimono solidarietà e si schierano a favore dei ragazzi di Villa Roth, chiedono un tavolo con le istituzioni, firmano una petizione.

Ci auguriamo non finisca qui, e di raccontarvi presto un lieto fine.


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