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Massimo rispetto per la protesta, ma andiamo avanti con #labuonascuola
06 Mag 2015 09:39

È capitato anche a me, da studente, di prendere parte a un’occupazione o di scendere in piazza a manifestare contro una riforma della scuola che ritenevo ingiusta.

Ho difeso sempre e rivendicato il diritto democratico ad esprimere il proprio dissenso, anche attirandomi polemiche.

Rispetto, quindi, coloro che sono andati nelle piazze italiane a dire il loro no a #labuonascuola.

Quante volte sono stato dall’altra parte.

Gridavo guardando le colonne del Miur e speravo ci fosse lì dentro, qualcuno pronto ad ascoltarmi.

Quindi massima attenzione.

Non condivido le ragioni della protesta. Mi sarei aspettato una maggiore valorizzazione dell’operato di un governo, che decide di invertire la tendenza e investe tre miliardi di euro in più sulla scuola, non uno sciopero.

Siamo determinati e convinti che la riforma in discussione in parlamento è quella che serve al paese.

Rinnovo tuttavia l’impegno ad accogliere le richieste di chi protesta, quando quelle richieste sono proposte che migliorano il testo del ddl.

Questo governo l’ha già fatto, si è messo in ascolto a lungo e non ha smesso ancora di farlo: l’ha fatto prima dell’approdo del disegno di legge in Consiglio dei Ministri e in Parlamento, continua a farlo oggi nella fase di discussione degli emendamenti in Commissione Cultura alla Camera, lo farà anche domani una volta approvata la riforma.

Andiamo avanti.


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