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Papa annuncia: “il primo viaggio italiano a Cagliari”
16 Mag 2013 10:30

Annuncio personale e in diretta per il primo viaggio italiano di papa Bergoglio: sarà in settembre in Sardegna per visitare il santuario della Madonna di Bonaria, che domina dall’alto Cagliari affacciandosi sul suo mare cristallino.

Entusiasmo in piazza San Pietro sia per l’annuncio che per la spiegazione con cui il Papa ha raccontato il legame tra la Vergine di Bonaria e il nome della sua città di nascita: “Buenos Aires”, alle cui origini si intrecciano i desideri del fondatore della città, Pedro de Mendoza, e quello dei mariani che lo accompagnavano. Buenos Aires deve il nome, ha concluso il Papa rivolto ai sardi guidati da mons. Arrigo Miglio, “alla Madonna di Bonaria, alla vostra”.

Il Papa ha anche benedetto una immagine della Madonna di Bonaria che, spiega l’Osservatore romano, sarà portata in Argentina per essere donata al corpo di polizia della capitale, che la aveva scelta come patrona prima che Bergoglio fosse eletto papa.

“La Sardegna è pronta ad abbracciare Francesco”, ha detto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, in piazza con i circa mille sardi e con i vescovi dell’isola. Se la fine dell’udienza si è concentrata sulla Vergine, la catechesi è stata dedicata alla Spirito Santo che, ha spiegato il Papa, insegna la “verità”, che è Cristo, contro il relativismo già denunciato da Benedetto XVI, e che aiuta a essere cristiani in ogni momento e non “cristiani a tempo, solo in alcuni momenti, circostante e decisioni”. Papa Bergoglio ha dialogato con i fedeli in piazza – oltre 70.000 – chiedendo di alzare la mano a quanti, – “pochi, eh”, ha constatato – pregano ogni giorno lo Spirito Santo, e invitando tutti a fare il “proposito” di chiedere quotidianamente allo Spirito di “guidarci a conoscere Gesù”.

Nei saluti in italiano invece una raccomandazione a valorizzare il ruolo educativo della scuola cattolica. Per il resto l’udienza è stata una festa di popolo, iniziata intorno alle 10 con il giro in papamobile – strette di mano, lancio di due colombe avute in dono e scherzose cessioni della papalina ai fedeli entusiasti – e conclusasi poco prima delle tredici, dopo aver salutato decine di persone e essersi trattenuto a lungo con gli ammalati. Nella messa del mattino a Santa Marta papa Bergoglio ha invece offerto una meditazione sul vescovo e il popolo, e il dovere del vescovo di proteggere il suo gregge dai lupi. “Un vescovo – ha detto – non è per se stesso, ma per il popolo, e un prete non è per se stesso ma per il popolo”, per condurlo a “unità” e “per difenderlo dai lupi”.

E “quando un prete, un vescovo va dietro ai soldi, il popolo non lo ama e quello è un segno. Ma lui stesso finisce male“. Quindi ha ricordato che san Paolo “non aveva un conto in banca, lavorava”. La riflessione partiva dal discorso di Paolo agli anziani di Efeso, una pagina, ha detto, “piena di tenerezza, di amore pastorale”, che descrive il rapporto tra vescovo e popolo e i doveri del vescovo di edificare e proteggere il proprio popolo.


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