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Prendiamo esempio dal ‘disobbediente’ onesto, Angelo Vassallo
08 Dic 2013 12:01

Giorni fa a Chieti, un Abruzzo piegato su se stesso dalla forza della Natura e dalla stupidità dei suoi amministratori, ha dato il suo omaggio ad un grande uomo: Angelo Vassallo.

Mentre nella sala del Supercinema del capoluogo teatino venivano proiettate le immagini del docufilm ‘Storia di uomo coraggioso’ di Luca Pagliari, dedicato proprio alla vita dell’ex Sindaco di Pollica barbaramente assassinato, l’Abruzzo franava in più punti, i fiumi esondavano, mentre ponti e centri commerciali venivano chiusi ed evacuati, io riflettevo sul significato che secondo me un uomo come Vassallo dava al valore di cittadinanza.

Esistono due tipi di cittadinanza: quella di ‘nome’ e quella di ‘fatto’. Si è cittadini “di nome” quando si incarnano i tratti peggiori dell’essere italiani: l’opportunismo, la furbizia, la scaltrezza circoscritta al proprio benessere anziché messa al servizio della comunità. Il cittadino “di nome” si accontenta del pettegolezzo e dei banali dibattiti propinati dalla televisione, evita di approfondire, agisce solo se gli fa comodo e presume di non avere nulla da apprendere dal confronto con gli altri. Ciò basta per essere cittadini di questo paese, almeno sulla carta d’identità.

Poi ci sono i cittadini “di fatto” e per descriverli è sufficiente citare proprio Angelo Vassallo.

Angelo Vassallo era un uomo illuminato, come se ne trovano pochi. Il ‘Sindaco Pescatore’ era un disobbediente civile, un anticonformista nel paese che del conformismo fa una regola di vita. Prima della sua elezione, Pollica era un villaggio di pescatori nella Provincia di Salerno. Con il suo entusiasmo, la sua lungimiranza, il suo mettere in discussione le regole e le imposizioni della politica; Angelo Vassallo ha creato benessere, attratto investimenti e trasformato il piccolo centro del Cilento in un polo turistico di rilevanza internazionale. Il tutto in armonia con la natura circostante, perché da uomo di mare era cosciente che esistono potenze superiori, a cui siamo subordinati e verso cui bisogna mostrare sempre rispetto.

Vassallo era l’antitesi del rapporto conflittuale che oggi affligge individuo e istituzioni. Una situazione che non può più in alcun modo essere accettata e subita passivamente. In questo preciso momento storico, l’ atto di disobbedienza “alla Vassallo” diventa imprescindibile, per riappropriarsi della libertà e della ragione! Sentimento e coraggio. Chi si ribella, chi alza il capo, chi mette il naso oltre la soglia della banalità, chi comprende la sofferenza del genere umano e le proprie debolezze e agisce per lo sviluppo armonioso del proprio territorio: questo è un cittadino di fatto.

Cittadinanza attiva e pensiero critico, per tornare ad essere UOMINI; nella consapevolezza che la libertà non è donata da alcuna elucubrazione filosofica, tantomeno da un principio di diritto. Essa è insita in noi dalla nascita, da sempre! Chi “disobbedisce” è un uomo che riprende in mano le redini della propria vita e sceglie tra il creare il proprio destino, esserne protagonista e non spettatore, affinché non esista più un Paese dove un servitore dello Stato viene ammazzato da sicari e mandanti ancora senza nome per aver perseverato nella sua missione: anteporre sempre il bene comune al profitto di pochi.


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