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Saviano: “Abete si doveva dimettere dopo Napoli-Fiorentina. E non per i mondiali”
28 Giu 2014 07:09

Roberto Saviano nella sua pagina facebook ricorda Ciro Esposito:

Quando ho saputo della sua morte ho provato dolore e rabbia. Dolore per la morte di un ragazzo che era andato a vedere una partita, che era andato a Roma per divertirsi e tifare. Rabbia. Rabbia che non dà pace, per come viene gestito il calcio in Italia. Affare per pochi, panacea per tutti.

Trovo drammatico e vergognoso che Giancarlo Abete si sia dimesso per la sconfitta della nazionale e non dopo i fatti di Napoli-Fiorentina. Avevo chiesto le sue dimissione perché con quell’attentato il calcio in Italia – e nessuno poteva più trovare alibi – aveva smesso definitivamente di essere un gioco, uno sport. Le macerie che si lascia dietro l’incompetenza di Giancarlo Abete saranno difficili da rimuovere, ce le porteremo per anni. E non si tratta di sconfitte sportive, ma di una credibilità del tutto perduta che ha reso il nostro calcio una questione di ordine pubblico o di partite truccate.

Con la morte di Ciro Esposito le responsabilità non possono essere archiviate. Un ultras neofascista della Roma che attende i tifosi nel suo chiosco (presidiato durante altre partite). Che spara e uccide. E le dimissioni arrivano dopo la sconfitta della nazionale. Scuoto la testa e non mi do pace. I genitori di Ciro, con dignità e senso di responsabilità – gli unici ad averne data dimostrazione – hanno chiesto che non si commettano atti di violenza e vendette. Ecco, le loro parole sono la cosa più vicina a un gesto sportivo e alla responsabilità istituzionale, responsabilità che Stato e FIGC non hanno avuto in questa dolorosa vicenda, che non potrà mai essere dimenticata. Che non dovrà mai essere dimenticata.


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