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Vi racconto l’Italia migliore che ha aiutato il piccolo Marcel
14 Nov 2013 09:21

Tashkent , 30.10.2013 – Finalmente il bimbo da me più atteso è arrivato. Non è solo ma in compagnia della giovane madre e del fratellino che ormai cresciuto corre ovunque.

La timidezza non l’ha totalmente abbandonato, si è attaccata a lui da quando il suo colore cianotico portava chiunque a chiedergli cosa avesse. Lui silenzioso si chiudeva in sé e non rispondeva.

Lo guardo, mi avvicino e anche ora sembra intimidirsi ma in lui c’è qualcosa di diverso: ora è un altro bambino. Ora vive come un bambino.

Marcel aveva soltanto 4 anni quando nel luglio del 2012 il responsabile del reparto di cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, il dottor Stefano Marianeschi,  l’ha operato al cuore. Grazie alla Fondazione aiutare i bambini di Milano ogni anno dei medici speciali decidono di consumare le proprie ferie per spostarsi in un altro Paese del mondo per operare bambini affetti da cardiopatie congenite che altrimenti morirebbero.

“Quando ho visto Marcel per la prima volta lo scorso anno era come se avesse un cuore con un ventricolo solo -mi ha spiegato il dottor Marianeschi- perché quello destro non era utilizzabile. Ciò determinava la necessità di effettuare una serie di interventi tra cui quello di Glenn. Tali operazioni portano a separare le due circolazioni. Normalmente noi abbiamo due circolazioni, quella che va ai polmoni e quella che va all’aorta. Marcel ha un ventricolo solo che funziona per tutte e due le circolazioni che, di conseguenza, si mischiano non distinguendo più  il sangue arterioso da quello venoso. Ecco il motivo per cui è un bambino cianotico, con le labbra blu, perché povero di ossigeno. A questo primo intervento ne seguirà un altro. Allora le due circolazioni saranno del tutto separate e Marcel tornerà completamente roseo”.

Il suo dolce viso, le sue manine incapaci di tenere un colore fra le mani, il suo sguardo triste hanno colpito il giornalista Vito Salinaro che lo scorso anno ha documentato la missione Cuore di bimbi facendolo diventare il protagonista del video reportage In Asia batte un cuore italiano.

Tutti in Italia sono rimasti colpiti dalla sua storia. Ricordo ancora perfettamente quando Stefano Marianeschi e Vito Salinaro hanno presentato il reportage nella Mediateca Provinciale di Matera .

Il silenzio sovrastava la stanza e al termine del video si percepiva la tristezza di tutti gli astanti turbati da quella storia, da quegli occhi spenti e dai quei genitori preoccupati: “Il mio sogno è quello di poter comprare una bicicletta a Marcel”, questo aveva detto la mamma al giornalista Salinaro. Al termine della visione davanti ai taciturni materani Stefano Marianeschi ha detto: “A marzo ho rivisto Marcel, ora sta bene e la prima cosa che ho chiesto alla mamma è stata se gli avesse comprato la bicicletta e ha detto di sì”.

Tutti hanno tirato un sospiro di sollievo e sono certa che, come me, abbiano immaginato Marcel sulla sua bicicletta, chissà forse tutta colorata. Un banale gioco infantile per lui non significa solo divertirsi ma poter vivere.

Ho fortemente desiderato di incontrarlo in occasione di questa ennesima missione di Cuore di bimbi alla quale sto partecipando anche io. I bambini operati in passato tornano per effettuare uno screening e poi l’intervento Glenn era per lui palliativo quindi la speranza di vederlo era immensa ed oggi Marcel è qui con noi.

Spesso abbassa lo sguardo perché si sente gli occhi addosso, si chiude in sé avvicinando il mento al petto anche se appena può cerca di sbirciarmi. La maglietta nasconde la lunga cicatrice che è il marchio che gli ricorderà i difficili anni vissuti con un cuore troppo grande rispetto alla norma.

Il fratellino Marlen è molto più espansivo, ride, corre, fa la linguaccia ma poi va dal maggiore per ridere insieme.

Prima Marcel non giocava perché non ce la faceva.

Prima Marcel non andava all’asilo.

Prima Marcel non aveva nessun amichetto.

Ora Marcel è felice.

Mi chiede un palloncino a forma di cuore poi uno a forma di spada con la quale fa il solletico al piccolo Marlen. L’intervento gli permette di fare le veci del fratello maggiore: “Litigano spesso, ma si preoccupa sempre di lui”, mi spiega la mamma.

Quella donna a distanza di poco più di un anno non ha esitato a sedersi tra noi italiani per un’altra intervista. È così devota nei confronti dei medici che hanno operato il suo piccolo eroe che prega sempre per loro cosi come ha fatto durante quelle terribili ore di operazione chirurgica.

Ora la cosa più importante per lei è che suo figlio possa andare all’asilo, stare con gli altri bambini e non voler tornare a casa. Proprio pochi giorni fa la mamma e il piccolo hanno parlato del suo futuro e lui le ha confidato che da grande vorrebbe fare il cardiochirurgo per aiutare gli altri bambini malati come lui.

Marcel ha soli 5 anni ma ha le idee molto chiare: la malattia lo ha fatto crescere in fretta.

Terminiamo l’intervista con quella donna stupita dell’affetto di noi italiani verso suo figlio.

Ecco, il momento dello screening è arrivato.

Marcel silenzioso si sdraia sul lettino. Il cardiologo Matteo Ciuffreda, altro volontario in missione, gli controlla il “nuovo” cuore e sembra quasi stupito per i grandi miglioramenti. Marcel è cresciuto in fretta, il suo viso è candido e le sue labbra rosse ma solo il controllo del cuore può dire se davvero stia bene o meno.

Si volta verso la donna e le dice che l’intervento previsto per suo figlio sarà rimandato perché per ora non ne ha bisogno. Quella mamma era incredula, si è fatta ripetere quelle parole per ben due volte. I suoi occhi brillavano, e quasi violentemente urtata da un’improvvisa e inaspettata felicità ha rivestito il piccolo Marcel.

Ho gioito insieme a lei e le ho sorriso. Marcel ha accettato timidamente un mio bacio e poi ha salutato tutti portando con se la sua bianca spada, da perfetto guerriero.

Ciao piccolo grande eroe.


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