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I borghi del Sud: l’anfiteatro roccioso di Castelmezzano in Basilicata
17 Ott 2016 12:34

Si trova a 900 metri di altezza sul livello del mare, conta 977 abitanti e prende il nome dalla sua funzione strategica, quello di essere un “castello di mezzo”, una vera fortezza normanna posizionata a metà strada tra i castelli di Pietrapertosa e di Brindisi Montagna.

Castelmezzano, in provincia di Potenza, in terra lucana, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Per molti è un vero piccolo anfiteatro tra le Dolomiti della Basilicata, adagiata su una parete di guglie e picchi.

Oggi si mostra come un vero agglomerato di case arroccate in una conca, con i tetti in pietra arenaria. Chi decide di far visita a questo splendido borgo si troverà alle prese con ripide scale che conducono a vette sovrastanti da cui poter osservare panorami mozzafiato.

I monumenti da visitare

In questo suggestivo borgo, meritano certamente di essere visitati la Chiesa di Santa Maria, edificata nel XIII secolo in pietra locale nella piazza principale che ancora oggi conserva al suo interno una statua lignea trecentesca raffigurante la Madonna con Bambino (detta dell’Olmo), un altare ligneo in stile barocco e una Sacra Famiglia di Girolamo Bresciano.

E ancora il cimitero prenapoleonico e i diversi palazzi gentilizi del borgo: i palazzi Merlino, Parrella, Coiro, Paternò, Campagna e il vasto palazzo ducale dei De Lerma, gli ultimi signori di Castelmezzano.Da non perdere i resti del fortilizio normanno-svevo.

La storia del borgo

Le sue origini risalgono al VI-V secolo avanti Cristo, tanto che diversi reperti confermano che nella valle del Basento vi sarebbe stata una penetrazione di Greci. Alcune famiglie di coloni si sarebbero spinte verso l’interno, dove l’antico abitato era chiamato Maudoro.

Nel X secolo, però, i Saraceni costrinsero gli abitanti del “mondo d’oro” ad allontanarsi, alla ricerca di luoghi più sicuri. Un di loro, tale pastore Paolino, si sarebbe addentrato più a Est, dove scoprì una fortezza naturale costituita da guglie di rocce a strapiombo.

La prima roccaforte fu longobarda, poi giunsero i Normanni. che tra l’XI e il XIII secolo i Normanni vi costruirono un castello. Con la loro occupazione il borgo vive un intenso momento di fertilità. Poi, invece, durante il dominio aragonese il feudo cambia di proprietà svariate volte. Gli ultimi a possederlo furono i De Lerma, che lo tennero fino all’estinzione del potere feudale, nel 1805.

Se nel XIX secolo il borgo diventa meta perfetta con il fenomeno del brigantaggio, alla fine del secolo diventa particolarmente vivo il triste dramma dell’emigrazione che porta Oltreoceano molte famiglie.

I prodotti tipici

Parlando di sapori, il borgo è certamente noto per i piatti a base di carne. Primo tra tutti la salsiccia, particolarmente saporita che in parte varia a seconda del periodo. E ancora le crostole, l’agnello alle erbe e il capretto con patate alla brace.


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