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Dalla piazza reale alla piazza virtuale : il blog d’informazione creato da otto giovani di Bagheria per raccontare la città
25 Ott 2017 15:06

Entrambe sono piazze e nessuna delle due sostituisce l’altra ma tra la piazza virtuale e quella reale c’è un collegamento essenziale e concreto fatto di persone. Ed è con quest’idea che, un anno fa, un gruppo di amici di Bagheria ha creato il blog “U Stratunieddu”.

Sorto dal desiderio di raccontare la città, “U Stratunieddu” in passato era il salotto del paese, il luogo di ritrovo e di passeggio in cui gli abitanti di Bagheria amavano incontrarsi e scambiarsi notizie e pettegolezzi.

La fantasia di questi otto giovani ha portato a considerare “U Stratunieddu” come il web, una piazza multimediale dove condividere notizie, curiosità, immagini ed echi di Bagheria e dintorni. Pur essendo stato pensato nel dicembre 2016, il blog ha esordito lo scorso luglio e, ad oggi, vanta su Facebook più di 3 mila seguaci, lettori ai quali viene anche fornita la possibilità di produrre direttamente notizie mediante uno spazio di collaborazione offerto dal blog.

Giovani spinti dalla passione per la tecnologia e per la loro città

Gli otto giovani sono studenti universitari o laureati disoccupati, tutti under 35, desiderosi di fare qualcosa di utile per Bagheria mettendo in pratica le loro competenze e passioni, seppur in forma totalmente gratuita.

Il team di U Stratunieddu (foto Repubblica Palermo)

“È nato tutto da un incontro tra amici, – racconta a Repubblica Palermo Fabio Aiello, comunicatore di 26 anni e redattore del blog – la nostra idea è quella di fare informazione locale, ma dobbiamo contare sul nostro tempo libero. Siamo un laboratorio collettivo, dove tutti decidiamo su tutto, facendo comunità. Utilizziamo le fonti del Comune, ma soprattutto fonti di prima mano che ci capitano girando per le strade. Una delle prime notizie che abbiamo pubblicato, ad esempio, è stata quella di un atto vandalico ai danni di un negozio di vestiti. Siamo stati i primi a darne notizia, grazie a uno dei nostri collaboratori”.

U Stratunieddu è anche un esempio reale di “ufficio diffuso” non essendoci una redazione fissa. Il team, per intero, si riunisce in qualunque posto e si prende il pc per 3 ore a settimana e giornalmente, invece, ci si tiene informati con dibattiti su un gruppo Whatsapp.

Gli argomenti spaziano dalla politica allo sport della squadra locale del Sant’Anna di Santa Flavia, ma non mancano le storie legate al territorio, come la “Città dell’Orto”, azienda agricola che affitta piccoli terreni per coltivazioni biologiche. La Città delle Ville, come viene definita Bagheria, è un vero angolo di paradiso per le villeggiature estive e per gli amanti dell’arte barocca e rinascimentale, luogo scelto dal grande regista premio Nobel Giuseppe Tornatore per ambientare i suoi “Nuovo Cinema Paradiso” e “Baaria” che, con i suoi colori, ha ispirato Renato Guttuso, l’artista nato proprio a Bagheria nel 1911. Indimenticabile, poi, il libro “Bagheria” di Dacia Maraini, in cui racconta di odori, suoni, colori di questa terra di Sicilia.

In nome di tanta bellezza che hanno deciso di non abbandonare, questi ragazzi provano a dare voce alle esigenze dei cittadini perché, come spiegano sulla loro pagina Facebook, “U Stratunieddu è luogo di voci, d’incontri, di scontri. U Stranieddu è pensiero libero, è segno della memoria che resta viva nel cuore e nella mente dei bagheresi. U Stratunieddu è tradizione, è Bagheria nella sua massima declinazione. Noi abbiamo deciso di renderlo innovazione attraverso il web”.

Tra i nostri obiettivi – aggiunge Aiello – c’è quello di fare da vetrina alle richieste e alle curiosità dei cittadini. Vogliamo dare loro voce, applicando il citizien journalism, l’informazione cioè che parte dal basso, dove tutti oggi con le moderne tecnologie possono essere protagonisti. Per questo già molti bagheresi hanno inviato segnalazioni e opinioni sulla città, poi pubblicati sul nostro blog. Certo abbiamo ancora molta strada da fare, ma siamo orgogliosi dei risultati raggiunti sinora e della risposta dei bagheresi”.

 


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