';

Ecco la mappa del mare inquinato
15 Ago 2014 07:47

I mari italiani ‘soffrono’ di mancata depurazione, con fossi, foci di fiumi e canali che troppo spesso portano e scaricano in acqua batteri e altri inquinanti. La denuncia, al termine dei due mesi di campagna di Goletta Verde, e di Legambiente, secondo cui anche le rassicurazioni date dal portale ufficiale sulle acque di balneazione, quello gestito dal ministero della Salute, sono spesso ottimistiche e imprecise.

Su 264 campioni di acqua analizzati dal laboratorio mobile di Goletta Verde, hanno spiegato i responsabili del progetto, il 55% è risultato fuori legge per i parametri microbiologici previsti dalla normativa. Si tratta di un punto inquinato ogni 51 km di costa, con 124 campioni inquinati prelevati presso foci di fiumi, canali e scarichi sospetti, mentre sono 22 quelli relativi a spiagge affollate di turisti.

La principale responsabile di questa situazione è la mancata depurazione delle acque, un problema per il 28% delle città e 12 milioni di italiani che ci è già costato due condanne da parte dell’Ue e rischia di vederci costretti a pagare una multa da 500 milioni di euro. ”Sarebbe meglio usare questi soldi per costruire i depuratori – spiega Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambientepiuttosto che per pagare la multa. Il governo Renzi sblocchi opere utili come quelle a tutela del mare invece di ricorrere al solito lungo elenco di opere stradali e autostradali”.

Anche sul fronte dell’informazione ai cittadini c’è ancora molto da fare, hanno sottolineato gli esperti di Legambiente, a partire dal ‘Portale delle acque’ del ministero della Salute. ”Spesso i campionamenti sono fatti lontano dai punti critici delle spiagge – ha sottolineato Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde, che ha mostrato esempi concreti tratti dal sito – in altri casi si dice che il mare è balneabile in tutta la spiaggia tranne nel punto esatto in cui c’è lo scarico, come se l’inquinamento fosse solo in quel punto. Non mancano esempi nel sito di punti non balneabili inseriti però in strisce di costa dove in teoria si può fare il bagno, e anche di dati del ministero che non coincidono con quelli dell’Arpa”.

Secondo i dati presentati, il 43% dei punti che risultano fortemente inquinati per Goletta Verde sono invece balneabili per il sito del ministero, mentre il 47% dei punti ‘critici’ per Legambiente non è proprio campionato. ”Nei pochi casi in cui effettivamente si riscontra anche da parte del ministero il divieto di balneazione – spiega l’esperta – mancano poi gli adeguati cartelli che avvisino i bagnanti, ne abbiamo trovati solo nel 7% dei casi. La carenza di informazione si riflette nel numero incredibile di mail che riceviamo dai cittadini, che chiedono a noi se possono fare il bagno o a chi segnalare i problemi”. Male Abruzzo e Marche, pur con qualche attenuante, bene la Sardegna. Dai 264 campionamenti di Goletta Verde, il 55% dei quali risultati fuori norma, emergono problemi un po’ per tutte le regioni italiane. – Nelle Marche l’88% dei campioni è risultato inquinato.

Le criticità sono state riscontrate in gran parte delle regioni italiane – spiega il responsabile scientifico Giorgio zampetti -. Abruzzo e Marche hanno la maggior percentuale di punti critici, l’88 e l’83%, anche a causa delle forti piogge e dell’elevata presenza di corsi d’acqua, seguite da Calabria (79) e Lazio (75)”.

In Campania i punti oltre i limiti sono il 68%, in Basilicata il 75% (ma solo su 4 punti), in Emilia Romagna il 63%. Tra i più ‘virtuosi‘ invece la Sardegna, con appena il 10% dei punti campionati sopra i limiti, e a grande distanza la Toscana con il 33% e il Friuli Venezia Giulia con il 37%”. –

Colpa‘ del mare inquinato è la mancata depurazione. Dopo due sentenze di condanna, ricorda Legambiente, la Commissione europea ha avviato quest’anno la terza procedura d’infrazione, per il mancato rispetto della direttiva sulla depurazione degli scarichi civili. Il procedimento riguarda 880 agglomerati urbani in tutta Italia, il 28% del totale, per l’inadeguato trattamento degli scarichi fognari. Tra le Regioni maggiormente coinvolte Campania, con il 76% degli agglomerati sul totale regionale in procedura, Calabria (53%), Sicilia (52%) e Marche (50%). In termini di carico non trattato, a riversare il maggior apporto inquinante nei fiumi e nei mari italiani sono la Campania (con 2,4 milioni di abitanti serviti da inadeguati sistemi depurativi), il Lazio (1,8 milioni di abitanti senza depuratori), la Lombardia (1,6 milioni) e la Puglia (1,5 milioni).


Dalla stessa categoria

Lascia un commento