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Il #giovane che voleva cambiare #CastelVolturno ha deciso di andarsene
04 Set 2015 07:08

Una barca in mezzo al bosco.

Antonio Leone, carissimo amico nonché componente del mio staff e responsabile della comunicazione dell’ente, ha deciso di andare via da Castel Volturno.

Probabilmente andrà negli USA in cerca di “fortuna” e di una vita più stimolante. Non c’entra l’aspetto economico né il suo lavoro. Antonio è anni luce lontano da ragionamenti basati sul denaro, sul successo o sull’affermazione personale.

Del resto ha sempre lavorato gratis per le sorti di questo territorio. Antonio è semplicemente una persona sensibile, educata, rispettosa, di animo nobile e dotato di intelligenza rara, come pochi. La mia amministrazione ma soprattutto la comunità di Castel Volturno perde una grande risorsa. Ho chiesto ad Antonio la motivazione. Lui, come sempre, è stato molto discreto e pertanto “generico”, ma si vedeva nei suoi occhi, ormai da mesi, che aveva un malessere.

Un malessere di chi si sente “solo” nonostante sia in contattato con decine di persone al giorno (e su questo lo posso capire benissimo!) e non gratificato nonostante continui elogi e manifestazioni di stima. Non so quanto ha influito l’aver toccato da dentro l’impossibilità di questa amministrazione di cambiare fin da subito le sorti di questo paese. Antonio, seppur sognatore e sensibile, è comunque un ragazzo concreto e razionale, almeno sul lavoro. Un organizzatore impeccabile. Il mio risultato alle elezioni è anche e soprattutto merito suo.

Vedersi con le “mani legate” su tante questioni, come quella dei rifiuti, ha sicuramente contributo a ridimensionare i suoi, i nostri sogni. Lui vive di sogni. Si alimenta di sogni. Ma la motivazione principale di una decisione così drastica va ricercata, a mio avviso, nella sua incompatibilità, caratteriale ed emotiva, con una comunità povera (di contenuti), razionale, spietata, incivile e superficiale. Da un lato lui, sensibile, dolcissimo, intenso, arguto, poetico, all’altro lato tutti gli altri, lontani e distanti dal suo mondo, dal suo essere. Lui si muoveva in questa comunità come una barca in mezzo al bosco.

Ovviamente ovunque andrà non troverà il suo mondo, così raro, così speciale. Troverà ancora tanti alberi davanti alla sua prua, ma almeno si muoverà in mezzo ad un bosco fatti di civiltà, rispetto delle regole e delle persone. Già è tanto. Soprattutto non vedrà soffrire le persone che ama, non si sentirà impotente mentre le vedrà imbrigliate in questa orrenda società che tutela gli avvoltoi e se ne frega dei cigni.

La sua decisione è anche un mio fallimento personale per non aver mai trovato, in questo anno, il tempo di fare due chiacchiere con lui, per guardarlo negli occhi e dire “come va?”. Troppo preso, come tutti, da questo maledetto e amato paese. Ho sempre detto ai miei compagni di viaggio che questa esperienza poteva toglierci tutto, anche la salute, ma non poteva toglierci l’amicizia, il gruppo, il condividere un percorso difficile e unico. Se abbiamo perso un pezzo, forse il più pregiato, allora dobbiamo fermarci e riflettere.

L’unico modo per sentire ancora Antonio tra noi e farlo sorridere dei nostri successi dall’altra parte del mondo e offrirgli, tra qualche anno, una comunità migliore e un paese più civile. Buona fortuna amico


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