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Il sito archeologico è una discarica
14 Set 2013 09:20

Tombe romane e puniche trasformate in rifugi di senzatetto o in discariche, erbacce e mucchi di immondezza dove ci si aspetterebbe di trovare percorsi turistici di richiamo internazionale: è in questo stato che versa una parte molto estesa di Tuvixeddu, colle di Cagliari che ospita la più grande necropoli punica del Mediterraneo. Solo una porzione del sito archeologico, per ora, è oggetto di recupero da parte del Comune.

Il resto, decine di ettari lungo una fascia lunga un chilometro, è punteggiato da piccoli immondezzai, ruderi di vecchi fabbricati, erbacce, muri pericolanti, reti arrugginite, siringhe e perfino galline che razzolano in mezzo alle tombe. Una situazione testimoniata in un video durante un sopralluogo con il presidente di Legambiente Sardegna, Vincenzo Tiana e con la presidente del circolo di Cagliari, Roberta Sanna. Altrove, denunciano gli ambientalisti, un sito del genere sarebbe un orgoglio, curato come un gioiello e sfruttato, anche economicamente, dal punto di vista turistico.

Qua, sono gli stessi cagliaritani a non conoscerlo: in tanti passano davanti ai palazzoni di viale Sant’Avendrace senza neppure immaginare i tesori sepolti da vegetazione e detriti nella collina retrostante, oggetto fino a non molto tempo fa di operazioni edilizie poco rispettose dell’archeologia.

Eppure basta arrampicarsi nei vicoletti che si affacciano lungo il viale per ritrovarsi in uno scenario in cui si mescolano il fascino della storia antica, la vista su uno dei panorami più belli della città e il degrado. Una situazione anche pericolosa: chi si avventura rischia di cadere in qualche tomba nascosta dall’erba, di scivolare sul terreno sdrucciolevole, o di vedersi crollare in testa un muro pericolante.

Legambiente, nei giorni scorsi, ha scritto una lettera al Comune di Cagliari, alla Regione, alla Provincia e alle Soprintendenze per denunciare la situazione. “L’appello alle istituzioni – spiega Tiana – è che si faccia un intervento di acquisizione al demanio pubblico delle aree private, una messa in sicurezza e un progetto organico di restauro”.

Un compito non facile, rispondono dal Comune, e che richiede l’impegno di tutte le istituzioni. “Attualmente – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Luisa Anna Marras – stiamo completando una parte dei lavori del parco e speriamo di rendere fruibile al più presto un primo itinerario, però si tratta senz’altro di un piccolo percorso. È chiaro che serviranno altri finanziamenti, perché noi da soli non siamo in grado di completare un’operazione abbastanza difficile”.


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