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Terremoto di Ischia: quel dialogo col pompiere di Ciro, “piccolo grande eroe”, che “commuove e fa sorridere”
26 Ago 2017 06:30

Un racconto che “commuove e fa sorridere” quello che Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco scrive sul suo profilo instagram. E’ la storia di Ciro Marmolo, ragazzino di 11 anni coinvolto insieme agli altri due suoi fratellini nel terremoto del 21 agosto 2017 che ha interessato Ischia e in modo particolare Casamicciola.

I tre fratelli sono stati estratti vivi dalle macerie, dall’incessante lavoro dei vigili del fuoco che non hanno mai mollato, hanno creduto fino alla fine che li avrebbero portati in salvo: sono stati messi in salvo partendo dal più piccolo, Pasquale di soli sette mesi. Poi il piccolo “eroe”, Ciro ha voluto che venisse salvato per prima l’altro fratellino, Mattias, di soli 7 anni.

Infine Ciro, il protagonista del dialogo con i vigili del fuoco, un dialogo durato 16 ore, 16 interminabili ore che il “piccolo/grande uomo” ha dovuto passare sotto le macerie prima di essere salvato.  Durante tutto questo lasso di tempo i vigili del fuoco sono riusciti a instaurare un “rapporto confidenziale” col lui, dal quale emergono tutto l’amore e quell’incredibile forza di volontà, che non ci si aspetta da un ragazzino di quell’età. Allo stesso tempo emerge tutta la sua fragilità normalissima per la sua età e per la terribile situazione che sta vivendo.

Ecco alcuni stralci della conversazione:

Mi vuoi bene”? Chiede Ciro al vigile del fuoco in marcato accento napoletano. Il vigile del fuoco con cui sta comunicando  mentre è intrappolato è invece fiorentino. Per cui deve intervenire un terzo vigile, questa volta campano, che facendo da intermediario facilita non solo la comunicazione, ma distende e rallegra gli animi di tutti coloro che sono intorno a Ciro nel tentativo di aiutarlo e riportarlo sano e salvo tra le braccia dei suoi genitori.

Muvitv! (Sbrigatevi!)” dice a un certo punto Ciro. “Unn’avé furia (Non avere fretta)” risponde il pompiere toscano anche lui in dialetto per essere più vicino al piccolo. Dialetto purtroppo incomprensibile per Ciro, poiché non è il suo. “Cà itt chist?!” (Che ha detto questo?)”, risponde Ciro, che ovviamente non ha compreso le parole del suo salvatore. Da qui l’intervento dell’altro pompiere che essendo di Napoli lo rassicura. “Nun ghi e press (Non andare di fretta)”. Questo dialogo, carico di emozioni, che ha coinvolto emotivamente tutti i presenti sarà ovviamente il preludio del lieto fine visto che Ciro Marmolo sarà di lì a poco estratto vivo dalle macerie.


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