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Methanet, in Sicilia l’economia circolare incontra l’energia rinnovabile
07 Mar 2022 07:27

Da un problema, quello ambientale, a una risorsa. Questo è il meccanismo che porterà Methanet a produrre energia a partire da un prodotto di scarto, la CO2. Da un’idea di Antonio Ferraro, la startup palermitana ha già come obiettivo quello di recuperare gli scarti delle raffinerie di Augusta, Milazzo e Termini Imerese per trasformarle in energia pulita. E tutto questo senza chiedere denaro pubblico.

L’idea di Ferraro, una startup per “proteggere” la Sicilia

Quando Ferraro ha iniziato il progetto Methanet a luglio 2021, non era la sua prima esperienza nell’ambito dell’ingegneria gestionale, che d’altronde era stato anche il suo percorso di studi. Nel tempo aveva acquisito diversi ruoli dirigenziali e di responsabilità in aziente come Italtel-Siemens, Ericsson, DNV, Rina. Era stato docente all’università di Palermo, oltre che dirigente per 10 anni per l’Ente Nazionale di Ricerca e promozione per la standardizzazione.

Continua ancora oggi ad essere CEO anche di alKest, società di servizi per l’impresa con sede a Palermo. Oggi, però, il suo obiettivo nell’ambito dell’energia green è sicuramente al primo posto. “L’idea di creare MethaNet e portare avanti un progetto tanto ambizioso nasce dal fatto che la Sicilia produce molta CO2 che viene per lo più immessa nell’atmosfera quando, invece, potrebbe essere raccolta e riutilizzata per produrre energia sostenibile, pulita e rinnovabile. – ha spiegato Ferraro a Palermo Today – Un po’ come fanno gli alberi, che svolgono un ruolo indispensabile e grazie ad una semplice reazione ci permettono di vivere sulla Terra eliminando una componente tossica per l’uomo – la CO2 appunto – e producendone due utili, in quel caso zucchero e ossigeno”. 

In poche parole, la CO2 diventa una vera e propria merce di scambio che può tornare a produrre e “pulirsi”. Al punto da poter essere considerata un’alternativa valida ai combustibili fossili. Una forma di economia circolare delle fonti energetiche che ha delle potenzialità per funzionare.

Come funziona l’impresa palermitana Methanet

La metodologia di sfruttamento della CO2 sviluppata da Methanet si basa sulla creazione di metanolo a partire da anidride carbonica e H2. Ed è per questo che richiede la vicinanza a delle raffinerie, che appunto emettono CO2. Come Ferraro spiega a Qds, “i gas di scarico vengono catturati dai punti di emissione e depurati dalle impurità per produrre CO2 adatta alla sintesi del metanolo; l’idrogeno può essere generato dall’elettrolisi dell’acqua o elaborato dall’idrogeno come sottoprodotto disponibile in alcuni flussi di rifiuti industriali”.

Dopo la prima fase di acquisizione delle sostanze, si provvede alla sintesi del metanolo. “Dopo aver ottenuto una miscela a purezza e concentrazione sufficienti, è necessario convertire il gas in metanolo grezzo, che viene successivamente separato in metanolo (alla purezza/qualità di progetto) e acqua per il riutilizzo o lo smaltimento”, conclude il CEO.

Dove si troveranno gli impianti della startup

Le raffinerie siciliane producono grossi quantitativi di CO2, spesso mettendo a rischio la salute stessa dei siciliani. Anche per questo motivo, gli impianti di Methanet saranno “affiancati” alle raffinerie, e si svilupperanno ad Augusta, Milazzo e Termini Imerese. “In seguito ci proponiamo di ripetere l’esperienza pilota dell’impianto siciliano e costruire nel mondo altri sistemi di produzione”.

Per portare avanti questa ambizione, saranno necessari 600 milioni di euro già solo per gli stabilimenti. Anche per questo la società di Ferraro sta cercando finanziatori internazionali, tra Islanda e New York. L’idea è anche quella di non ricevere alcun fondo statale.

Nella tendenza green che va avanti da anni e si conferma con i nuovi obiettivi europei, quindi, Methanet vuole mantenersi indipendente. Uno degli obiettivi di fatto è quello di creare un “modello siciliano” di valore che possa non solo essere riconosciuto a livello internazionale, ma anche replicato.


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