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“Brand journalism”, seconda edizione: il libro di Roberto Zarriello aggiornato e ampliato
03 Lug 2019 09:13

Era il 2016 quando per la prima volta l’argomento brand journalism superava l’Oceano Atlantico e approdava in Italia, racchiuso in un libro di Roberto Zarriello intitolato “Brand Journalism. Storytelling e marketing: nuove opportunità̀per i professionisti dell’informazione”. Dopo tre anni quel titolo ritorna con una seconda edizione, scritta da Zarriello in collaborazione con Martina Galletta e Anna Laura Maffei (edita dal Centro di Documentazione Giornalistica), in uno scenario più maturo e con presupposti assolutamente nuovi.

La rivoluzione culturale

“In questi tre anni ho avuto la possibilità di sperimentare il brand journalism in diversi ambiti: da quello giornalistico con brand locali e nazionali alla comunicazione di impresa. Il brand journalism è anche la rivoluzione culturale di imprese che oltre alla promozione e al marketing, cominciano a comprendere il proprio ruolo sociale nella sfera pubblica al di là della comunicazione. Si tratta di una grande opportunità in primis per due categorie professionali: i giornalisti e gli imprenditori”, scrive Roberto Zarriello nelle conclusioni alla seconda edizione del libro.

L’incontro

Questo perché il giornalista di oggi deve essere pronto ad accettare nuove sfide, consapevole che il mondo dell’informazione è cambiato. E le opzioni, secondo l’autore, sono due: “o restare dinosauro e attendere l’estinzione che prima o poi arriverà, o aggiornarsi e farsi trovare pronto quando la nuova editoria digitale avrà bisogno di lui”.
In questi anni, infatti, è nata una letteratura a riguardo, in rete continuano a fiorire contributi in blog specializzati e non, sempre più corsi di formazione giornalistici includono il brand journalism tra gli argomenti centrali e sempre più studenti lo scelgono come tema delle proprie tesi, oltre ad essere argomento di molti eventi e festival del settore marketing e/o giornalistico.
Il Web Marketing Festival 2019 di Rimini, svoltosi il 21 e 22 giugno scorsi, ha dedicato una sala al Brand Journalism e allo Storytelling in cui Zarriello è stato uno dei relatori con uno speech intitolato “Brand Journalism: quando la tua azienda è una media company”.
Giovedì 4 luglio a Termoli si terrà un incontro formativo – organizzato dall’Università degli Studi del Molise e dall’Ordine dei Giornalisti del Molise – su “Brand journalism e nuove opportunità” che vedrà la partecipazione di Roberto Zarriello.

L’importanza del volume

Roberto Zarriello

“Il libro di Roberto Zarriello è importante – scrive nella prefazione Davide Bennato (docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, vicepresidente del corso di Laurea in Scienze e Lingue per la Comunicazione c/o l’Università di Catania – Dipartimento di Scienze Umanistiche) – perché è un ottimo strumento per orientarsi nell’incrocio tra giornalismo e marketing, provando a capire come il dialogo fra queste due anime possa essere importante per il ruolo delle aziende contemporanee. Ovviamente è un dialogo che può sollevare questioni controverse, ma il libro ha di bello che senza nascondere i problemi che questo approccio pure solleva, mette in evidenza le opportunità che si aprono, che non sono altro che una risposta ad un mondo sempre più complesso che chiama a sfide sempre più importanti”.

La postfazione

Ad arricchire la seconda edizione del libro è anche la postfazione a cura di Daniele Chieffi, Head of Digital Communication Agi e membro del Consiglio Direttivo Nazionale Ferpi, che scrive: “Il giornalismo di marca non è mai stato e mai sarà una svendita della professione giornalistica. Viceversa è il riconoscimento del valore di una professione, che per natura è al servizio del lettore e che quindi ben interpreta la necessità delle aziende di produrre comunicazione che sia al servizio dei propri stakeholders e non più, solo, dei propri interessi. L’unica regola aurea che deve essere sempre rispettata è la trasparenza. Chi produce contenuti per un’azienda, chi scrive articoli, post, testi, immagini, infografiche, video, animazioni deve sempre esplicitamente dichiarare che lo fa per un’azienda e che è quindi interprete e portatore inevitabile degli interessi di questa”.


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