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La scoperta dei ricercatori di Napoli: “Ecco come prevenire le frane”
30 Set 2014 07:05

La luce aiuta a prevedere le frane, grazie a un ‘sistema nervoso‘ di sensori in fibra ottica lungo i fianchi di colline e monti a rischio: è la tecnica messa a punto da un gruppo di ricerca italiano, della Seconda Università di Napoli, presentata negli Stati Uniti, a Tucson, in occasione nel convegno internazionale sulle nuove frontiere nelle fibre ottiche. Si tratta di una rete di ‘fili’, molto simili alle fibre ottiche utilizzate per la comunicazioni, che una volta messe nel terreno sono in grado di comunicare tutti i movimenti, anche impercettibili, che avvengono nel sottosuolo. “Tutto questo è reso possibile da un impulso di luce laser che percorre l’intera rete, eventuali scivolamenti del terreno comprimo infatti le fibre e alterano alcune caratteristiche del segnale. Analizzandolo è possibile risalire al luogo in il terreno si sta deformando“.

Una sorta di ‘sistema nervoso’ capace quindi di controllare costantemente le profondità del terreno e allertare in caso di rischio frane. L’utilizzo di un’unica rete permetterebbe di semplificare notevolmente i sistemi ‘tradizionali‘ di monitoraggio dei terreni, in quanto ad oggi vengono utilizzati piccoli dispositivi nel terreno che hanno necessità periodica di manutenzione e che devono essere ‘letti’ manualmente da operatori sul posto. “Creare una rete di fibre ottiche ci permette di superare molte di queste limitazioni in quanto questi nuovi sensori possono essere utilizzati per coprire aree molto grandi, di molti chilometri quadrati, e interrogati in modo tempo reale da un unico punto per individuare eventuali zone critiche“.


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