“Sulle spese della difesa, non intendiamo utilizzare i fondi di coesione perchè è stata l’Italia anzi a impedire che una parte delle risorse dei fondi di coesione venisse automaticamente spostata sul piano della difesa”, ha aggiunto. “Nel 2014 al vertice Nato di Washington gli Stati membri si sono impegnati a raggiungere in 10 anni spese per la difesa pari a 2% del prodotto interno lordo. Da allora tutti i governi hanno confermato questi impegno senza eccezione di colore politico. L’Italia finalmente raggiungerà questo target nel corso del 2025 perchè c’è un governo che sa che mantenere gli impegni presi è fondamentale per farsi rispettare”, ha sottolineato. Per la premier si tratta “di spese che rientrano nell’approccio allargato multidimensionale della difesa che è proprio sia del concetto strategico Nato, sia del libro bianco dell’Ue sia del piano Readiness 2030. Quindi è un percorso coerente con gli impegni internazionali dell’Italia, con la posizione che l’attuale maggioranza di governo ha consacrato nel programma con il quale si è presentata agli italiani perchè senza difesa non c’è sicurezza e stessa sicurezza non c’è libertà”. Comunque “sulle spese della difesa, non intendiamo utilizzare i fondi di coesione perchè è stata l’Italia anzi a impedire che una parte delle risorse dei fondi di coesione venisse automaticamente spostata sul piano della difesa”.
La premier ha anche parlato di spread, osservando come “oggi è più che dimezzato rispetto a quando ci siamo insediati. Uno spread più basso significa miliardi di interessi sul debito pubblico risparmiato dallo stato con risorse che possono essere destinate ad altre esigenze: sanità, istruzione, sostegno ai redditi più bassi. L’ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato che nel solo biennio 2025-2026 questo risparmio dovrebbe ammontare a circa 10,5 miliardi. Si tratta di una credibilità che abbiamo costruito con una politica seria sui conti pubblici, i quali hanno evidenziato un andamento migliore delle attese nonostante l’eredità che avevamo raccolto e che ha permesso all’Italia di tornare in avanzo primario già nel 2024, prima nazione del G7 dopo il Covid a esserci riuscita”.
Un passaggio lo ha dedicato al settore dell’automotive “che è stato schiacciato dalle follie ideologiche di una transizione ecologica incompatibile con la sostenibilità dei nostri sistemi produttivi”. Infine, il tema dell’immigrazione. “Stiamo andando avanti con determinazione sull’attuazione del protocollo Italia-Albania. Da questo punto di vista noi consideriamo molto significativa la proposta della Commissione Europea di anticipare l’entrata in vigore di alcune componenti del nuovo patto di migrazione e asilo, in particolare la possibilità di designare paesi sicuri di origine con eccezioni territoriali per alcune categorie. Dobbiamo inoltre considerare un’ottima notizia la proposta di lista europea dei paesi sicuri che è stata formulata dalla Commissione e che annovera i Paesi di provenienza di quei migranti cui trattenimenti non erano stati convalidati dai giudici italiani. Non eravamo nel torto anche qui si conferma che evidentemente non eravamo nel torto”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-Foto: canale Youtube Palazzo Chigi-