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Bari, la procura dei veleni. E il Csm trasferisce il pm che indagava su Vendola
26 Lug 2013 08:00

Lascia la procura di Bari Desirèe Digeronimo, fino a qualche mese fa titolare delle indagini sul presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e sull’ex assessore pugliese alla salute ed ex senatore del Pd Alberto Tedesco. Lo ha deciso il Plenum del Csm che ha trasferito alla procura di Roma il magistrato sul quale pendeva un procedimento per incompatibilità ambientale. E’ stata la stessa Digeronimo a indicare la nuova sede, ottenendo in cambio l’archiviazione della pratica disciplinare.

”A breve, in una lettera aperta che invierò alla stampa, per la prima volta in tutti questi anni sarò io a parlare”, si è affrettata a scrivere su Facebook il magistrato annunciando ai suoi amici il trasferimento. E a chi si dimostrava ansioso di leggere la missiva ha promesso: ”La lettura sarà interessante”.

Il trasferimento del pm segue quello del procuratore di Bari, Antonio Laudati, che tre giorni fa ha lasciato gli uffici baresi e che entro il 30 luglio si insedierà come sostituto presso la procura generale della Corte d’appello di Roma. Anche Laudati, scegliendo il trasferimento, ha ottenuto l’archiviazione del procedimento disciplinare avviato da Palazzo dei Marescialli. Sullo sfondo dei due trasferimenti i veleni che negli ultimi anni hanno caratterizzato i rapporti a dir poco conflittuali tra alcuni magistrati baresi. Conflitti sfociati in un’inchiesta condotta dalla procura di Lecce che ha chiesto il rinvio a giudizio di Laudati e dell’ex pm Giuseppe Scelsi, ora sostituto pg presso la Corte d’appello di Bari.

Secondo l’accusa, Laudati ha favorito l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e indirettamente Silvio Berlusconi ritardando le indagini sulle escort portate nelle residenze dell’allora premier e ha ”indagato” su due suoi pm, Digeronimo e Scelsi. Scelsi è invece accusato di abuso d’ufficio per una vicenda estranea al fascicolo escort a lui assegnato. Le accuse del Csm a Digeronimo erano basate sulle presunte conflittualità del pm con i suoi colleghi e con alcuni avvocati, e sul rischio di non imparzialità per via dei rapporti personali del magistrato con l’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino e con la sua amica Paola D’Aprile (intercettata durante le inchieste baresi sulla sanità).

La pratica sul magistrato barese era stata aperta su richiesta dei consiglieri di Area dopo che 26 pm della procura di Bari avevano sollecitato un intervento ritenendo irrituale l’esposto che Digeronimo, assieme al collega Francesco Bretone, aveva inviato al Procuratore Generale, al Procuratore e a uno degli aggiunti di Bari contro il giudice barese Susanna De Felice, che nell’ottobre 2012 aveva assolto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, dall’accusa di abuso di ufficio.

Nell’esposto i due pm parlavano della presunta amicizia tra il giudice De Felice e la sorella di Vendola, Patrizia. Anche De Felice ha deciso di lasciare il tribunale di Bari nell’ambito di un concorso ordinario: a breve sarà in servizio presso la Corte d’appello di Taranto.


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