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Dobbiamo salvare i Bronzi di Riace
12 Lug 2013 11:46

La storia del restauro del Museo della Magna Grecia della Calabria è una classica storia all’italiana di progetti non rispettati, tempi di consegna lievitati e costi triplicati. Rispetto alla spesa iniziale di 11 milioni oggi si è raggiunta la cifra di 33 milioni.
I lavori sono ancora in corso e i Bronzi di Riace giacciono “pietosamente adagiati sul dorso” in una stanza del Palazzo Campanella nella sede del Consiglio regionale della Calabria. Senza alcuna indicazione per i turisti.
Ho presentato un’interrogazione al Ministro della Cultura Massimo Bray, annunciando che, secondo quanto si apprende dagli articoli a mezzo stampa di Antonietta Catanese (Il Quotidiano della Calabria), il museo non verrà aperto prima del 2014, quando originariamente doveva essere inaugurato nel 2011 in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità di Italia. Un ritardo ancora più insopportabile alla vigilia del 41° anniversario del ritrovamento dei Bronzi, avvenuto nell’agosto del 1972.
Anche alla luce della censura dell’Unesco, che considera l’abbandono dei Bronzi “una vergogna”, ho chiesto che i Bronzi di Riace vengano salvati dall’incuria e dall’oblio, e che venga valorizzato tutto il patrimonio culturale del Museo nazionale della Magna Grecia.
Per questo invito il Ministro Bray ad esporre “quali misure intenda adottare il Ministero perché il museo venga riaperto al più presto e come, prima dell’adempimento dei lavori di ristrutturazione dello stesso, possano i Bronzi essere valorizzati in un’adeguata sede fruibile all’accesso turistico e alla cittadinanza locale, anche nell’ottica di un rilancio dell’economia” dove cultura e turismo siano considerate risorse primarie. Chiedo inoltre, a chi si aggiudicherà l’ultimo appalto previsto il prossimo 15 luglio, l’apertura parziale del museo per ospitare i Bronzi nell’ala già allestita e in grado di essere aperta al pubblico e ai turisti, come proposto dal “Comitato per la valorizzazione dei Bronzi di Riace e del Museo nazionale della Magna Grecia” e dagli “Amici del museo”.

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