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E il neomelodico cantava “O Killer” in onore del boss
19 Giu 2014 08:30

La droga arrivava dalla Calabria. Cocaina che veniva spacciata a fiumi allo Zen. Il traffico di droga era in mano a Guido Spina. L’uomo nella sua villa bunker ripeteva di essere stato investito direttamente dai capimafia di un tempo. E’ quanto emerge dall’inchiesta antimafia denominata in codice ‘Fiume’, in corso a Palermo. Il mafioso nelle intercettazioni chiamava i boss i “cristiani buoni”. Spina sapeva come fare contenti i residenti dello Zen, nel quartiere periferico di Palermo nel corso di una festa a sue spese ha invitato il suo cantante preferito, il neomelodico Gianni Vezzosi. Il cantante, molto noto nei quartieri popolari palermitani, quella sera ha cantato ai boss: “O killer”, la storia di un sicario di mafia, e “Lettera a papà”, la giornata di un detenuto.


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