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E la Fiat attacca il vescovo di Nola. “È dalla parte dei violenti”
08 Lug 2013 07:32

Sarà stata anche “involontaria e causata dalle mistificazioni veicolate” dalla stampa, ma alla Fiat non è proprio piaciuta la presenza del vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma davanti allo stabilimento Fiat di Pomigliano il 15 giugno scorso, quando ormai era terminato il primo dei due presidi organizzati da Fiom e Slai Cobas per protestare contro il sabato di recupero produttivo.

A dirlo, nero su bianco, è il responsabile del ‘Giambattista Vico’, Giuseppe Figliuolo, che senza molti giri di parole, in una lettera a mons. Depalma, lo ha ‘accusato’ di essersi “collocato dalla parte dei violenti e prevaricatori”.

Figliuolo ha invitato il vescovo in fabbrica dove – ha scritto – ci sono “3.200 lavoratori degni quanto gli altri della sua solidarietà“, declinando, però, l’invito di monsignor Depalma a partecipare a un incontro con i sindaci della zona per discutere della situazione relativa alla fabbrica. Una lettera che secondo fonti molto vicine al vescovo, pare abbia molto “amareggiato” il prelato, perché “si è equivocato il suo comportamento”.

Secondo le stesse fonti, il vescovo sarebbe rimasto “scosso in quanto ha sempre cercato il dialogo tra le parti anche per far calare la tensione sul territorio, ed in questo senso sono andati tutti i suoi appelli”. La lettera della direzione dello stabilimento di Pomigliano ha scatenato subito molte reazioni, a partire da quelle della Chiesa.

Per don Tonino Palmese, referente di Libera in Campania e vicario episcopale del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, la presenza fisica del vescovo di Nola dinanzi ai cancelli dello stabilimento “non significa sposare il modo di fare di chi – si chiede don Palmese – è violento, ma comprendere il disagio espresso pacificamente dalla stragrande maggioranza”.

Per don Peppino Gambardella, parroco della chiesa San Felice in Pincis di Pomigliano, da parte di Fiat “c’é stato un atteggiamento molto grave e poco rispettoso della funzione che ricopre monsignor Depalma”. Non si sono fatte attendere neanche le prese di posizione da parte del Pd, con l’on. Massimiliano Manfredi, che ha ritenuto “l’attacco rivolto al vescovo totalmente inaudito, ingiustificato e offensivo per l’intera comunità della provincia di Napoli” e l’ironia del deputato Edoardo Patriarca, il quale si è chiesto se “nei confronti di monsignor Depalma qualcuno vuole ripristinare il reato d’opinione”.

Un monito al vescovo arriva dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che invita il prelato a “usare la virtù del discernimento. Quella della Chiesa – dice – è una posizione di equilibrio che guarda a tutti”.

Diverse le posizioni degli operai, che da più parti hanno scritto a Figliuolo. Chi, come il cassaintegrato del polo logistico di Nola, Tommaso Pirozzi, ricorda al responsabile di stabilimento che il vescovo “si è reso conto del disastro dopo aver difeso a spada tratta l’accordo ed il piano industriale”, e chi, come Gerardo Giannone, cassaintegrato di Pomigliano, che chiama a raccolta il vescovo, il direttore dello stabilimento, e la presidente della Camera Laura Boldrini, affinché s’incontrino davanti alla fabbrica per parlare con “chi è dentro, e chi sta ancora fuori. L’Italia – dice – si salva con il dialogo non con la guerra”.

Foto: Campania24news.it


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