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La mafia a Palermo non è in crisi. E continua ad investire in immobili e in aziende
27 Lug 2013 09:11

Nonostante i colpi inferti in questi anni la mafia è ancora presente a Palermo, e continua ad investire in immobili e aziende. A fotografare il fenomeno sono i dati del comando provinciale della Guardia di Finanza: in tutto il 2012 e nei primi cinque mesi del 2013 il valore dei beni sequestrati dal Gico è di un miliardo e 152 milioni di euro. In particolare, su 919 beni sequestrati dalle Fiamme gialle, 619 sono appartamenti, ville e terreni, 180 sono auto e natanti, ben 120 sono le aziende.

Su un valore complessivo di 1.152.000.000 di euro, i sequestri relativi alla unità immobiliari e agli automezzi ammontano a 118.500.000 euro, cui si aggiungono 22 milioni di euro di disponibilità finanziarie (rapporti di conto corrente, depositi titoli, libretti di risparmio, polizze assicurative altri prodotti finanziari).

Tutto il resto, per più di un miliardo di euro, è costituito da aziende. Una cifra importante dunque che racconta di una presenza ancora significativa di Cosa Nostra nei meccanismi economici della provincia e in settori specifici della sua vita economica, quali la grande distribuzione o il settore turistico-alberghiero e quello energetico. Sul fronte della grande distribuzione sono 14 le aziende a cui sono stati apposti i sigilli, per un valore complessivo di 640 milioni di euro. Per il settore energetico-ambientale i sequestri ammontano invece a 283 milioni di euro.

“I dati ci indicano che la presenza di attività economiche direttamente riconducibili alla mafia o a soggetti vicino alla mafia ha un valore che è ancora importante – ha spiegato il comandante provinciale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti nel corso di un forum nella redazione dell’agenzia Italpress -. Ma i colpi inferti, grazie alla determinante collaborazione dell’autorità giudiziaria palermitana, alla criminalità organizzata e ai suoi interessi economici sono stati molto significativi, in un quadro in cui c’è ancora tuttavia molto da lavorare”.

Un impegno per la legalità, sottolinea Screpanti, che si avvale anche della sinergia con Camera di Commercio, Confcommercio, Confindustria e con le altre associazioni datoriali e imprenditoriali: “un modello – afferma – che potrebbe essere esportato anche altrove, possibile grazie ad una maturata sensibilita’ del mondo delle associazioni negli ultimi anni”.

Collaborazione che riguarda altri versanti dell’impegno quotidiano delle Fiamme gialle: la lotta all’evasione e il controllo della spesa pubblica, ad esempio, a cominciare dall’utilizzo di fondi
europei e risorse pubbliche, come dimostrano le recenti inchieste sugli sprechi e le frodi nel campo della formazione professionale.

“Su questo fronte impieghiamo le stesse risorse che utilizziamo per il contrasto all’evasione fiscale – spiega Screpanti -. Nel gruppo tutela spesa pubblica sono impegnate 80-90 persone. È un settore complesso con indagini molto elaborate che richiedono soprattutto professionalità e impiego di tecnologia e soprattutto competenza sulle norme”.


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