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Ragazza lancia bomba contro i soldati italiani in Afghanistan
22 Ago 2013 08:24

Una bomba lanciata da una ragazza contro un mezzo di soldati italiani in Afghanistan. E la scena ripresa con un telefonino: “propaganda talebana”, dicono i militari. È successo ieri mattina, vicino al villaggio di Shewan, nei pressi di Bala Boluk. Al comando del contingente italiano di Herat spiegano che un blindato ‘Lince’, l’ultimo mezzo di un convoglio di mezzi della Transition Support Unit-South in movimento da Farah a Bala Baluk, “è stato fatto oggetto di un lancio di un ordigno da parte di una giovane ragazza. L’esplosione, avvenuta nelle vicinanze del mezzo, non ha causato danni a persone né a cose”.

La scena, riferiscono sempre i militari italiani, “sembra essere stata ripresa da un civile con un telefono cellulare, presumibilmente a scopo propagandistico”. Tutto questo avviene mentre, lentamente, prosegue il processo di ‘transizione’ anche nell’ovest del Paese, affidato al controllo dei militari italiani.

Proprio ieri, ad Herat, si è svolto un appuntamento importante in vista dell’imminente cessazione delle attività dei cosiddetti Prt, quei Team con cui i soldati della Nato hanno portato avanti, di pari passo alle operazioni militari, numerosi progetti di ricostruzione e sviluppo. Ora, in vista della fine di Isaf, si tratta di trasferire anche questo tipo compiti al governo afgano e alle autorità locali: impresa non facile, di cui ieri si è discusso in una blindatissima ‘Governance and Development Conference’ alla quale hanno partecipato, tra gli altri, i governatori delle quattro province della regione (Herat, Badghis, Farah e Ghor), i comandanti dei rispettivi Prt, il generale Ignazio Gamba, comandante del contingente multinazionale nell’ovest dell’Afghanistan, i consoli ad Herat di India, Pakistan e Usa, oltre ai rappresentanti di varie organizzazioni internazionali.

Al Regional Command West (il Comando a guida italiana – ndr), spetterà “il compito di facilitatore – spiegano dal quartier generale di Herat – in questo delicato processo verso la completa autosufficienza delle autorità provinciali nell’amministrazione dell’area, autorità riconosciute dalla popolazione e in grado di promuovere e sostenere il futuro sviluppo economico e sociale della regione”.


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