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Se non si aiuta il #Sud l’Italia non può competere in #Europa
30 Gen 2016 08:25

L’Istituto Tecné e la Fondazione Di Vittorio della Cigl, hanno pubblicato il “Rapporto 2015 sulla qualità dello sviluppo in Italia”.

In esso viene fotografato il divario tra Nord e Sud con una scala, che se viene considerata 100 per l’Italia, essa registra 111 punti nel Nord Est del paese, 107 nel Nord Ovest, 103 al Centro e solo 87 punti al Sud e nelle isole.

Si tratta di una valutazione che tiene conto dei parametri più importanti, dai servizi sanitari e sociali, alla qualità delle abitazioni, all’equità economica sino alle condizioni di salute.

Un’Italia a due velocità, come siamo abituati a vedere da sempre e che complessivamente vede gli italiani avvertire il senso di un calo della qualità della vita.

Per ciò che concerne la proprietà dei beni posseduti dalle famiglie, il Nord Est si attesta a 112 punti, il Nord Ovest ed il Centro a 103, Il Sud ad 88 e le isole a 90.

Per ciò che concerne internet, a fronte del 95% che ha il televisore, il 70% guarda il web al Nord e il 60% al Sud. In questo caso lo scarto Nord Sud, è ridotto.

Anche ciò che concerne la salute, il Centro Nord prevale sul Sud con poco scarto. E tali differenze sono dovute agli stili di vita e ai servizi che incidono su tale stile.

Negli altri campi la forbice di differenza è sempre in favore del Nord. Se guardiamo all’inquinamento, qualità urbana e sicurezza, noteremo un Nord Est a 108 punti, un Nord Ovest a 103, un Centro a 98, le isole a 97 ed il Sud a 93.

Scrive il rapporto in sede di sintesi che l’Italia non deve solo recuperare fiducia, ma anche dotarsi di un progetto che colmi il divario tra Nord e Sud.

“E’ impensabile recuperare il terreno perduto con la crisi, e competere con le nazioni europeo avanzate, se permangono differenze così forti nelle varie aree del paese.”


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