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Melfi a rischio bomba sociale. Che futuro per lo stabilimento Stellantis? Il presidente Bardi chiede intervento del Premier Draghi
06 Ago 2022 15:58

C’è il rischio di una bomba sociale a Melfi, con lo storico stabilimento automotive, ora sotto le insegne di Stellantis, che potrebbe essere colpito da migliaia di tagli di posti di lavoro. La crisi del settore va avanti a singhiozzo da mesi. Una serie di concause stanno colpendo duramente il settore automobilistico: dal blocco delle supply chain, ai costi energetici. Dai vertici del gruppo Stellantis filtra la notizia di oltre 4000 esuberi temporanei. Ma è il concetto di temporaneo a spaventare lavoratori, sindacati e politica. Anche l’indotto potrebbe essere colpito da tagli occupazionali.

Anche la Regione Basilicata scende in campo. Il presidente Bardi ha spiegato di aver avuto, “una conversazione telefonica con il Dott. Davide Mele, deputy coo della regione Emea di Stellantis, al quale ho manifestato tutta la preoccupazione per quanto sta accadendo a Melfi”. Bardi ha chiesto al manager di Stellantis un appuntamento a Melfi.

“Intendo coinvolgere i miei colleghi Zingaretti, De Luca e Toma – spiega il presidente lucano – per chiedere un coordinamento anche tra le regioni sedi di stabilimenti produttivi, al fine di elaborare strategie ed interventi urgenti a sostegno dell’occupazione”.

Crisi Melfi, Bardi chiede intervento di Draghi

“Dobbiamo individuare una linea comune di azione da proporre al Governo nazionale, sia a quello Draghi che a quello che verrà. Infine, per quanto di competenza della Regione, la Giunta istituirà una task-force in materia di crisi occupazionale e aziendale del sistema produttivo lucano, con professionisti esterni con adeguate competenze ed esperienze professionali, perché il ridimensionamento del settore automotive avrà ripercussioni sulla vita economica e sociale dell’intera Basilicata. Per questo è necessario il massimo coinvolgimento dei sindaci e dei sindacati. Noi siamo molto preoccupati perché quanto successo nei giorni scorsi sappiamo bene che è solo l’inizio, con una transizione energetica che stresserà il mondo del lavoro nel settore automotive e non solo. È il momento dell’unità”.


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